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Una grottesca Apocalisse urbana
Maestro nel tratteggiare con grande ironia le degenerazioni umane, Ammaniti narra in questo romanzo della più grande festa che la storia moderna di Roma ricordi.
A tale mondano evento, organizzato dal discusso palazzinaro Sasà Chiatti, sono invitati politici, calciatori, attrici, modelli, registi, ed il lettore potrà viverlo in prima persona attraverso la narrazione del rampante scrittore Fabrizio Ciba, del satanista infiltrato Saverio Moneta, o degli altri invitati alla festa del secolo.
Come già nel racconto L’ultimo capodanno dell’umanità, Ammaniti accompagna il lettore nel crescendo degli eventi, in un piacevolissimo climax di incroci fra i diversi protagonisti, culminante in una grottesca e tragicomica Apocalisse, che vedrà addirittura l’intervento di misteriosi abitanti delle catacombe romane (quasi un tributo a Lovecraft).
Un romanzo gradevole, ironico, dai personaggi tratteggiati con grande ironia, critico verso i cliché del mondo della bella vita romana; una lettura appassionante, leggera, lontana dalle atmosfere plumbee del precedente Come Dio comanda.
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Commenti
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1- il voto 3 allo stile, che è giustificabile solo se Ammaniti lo detesti (ma nel tuo caso e per come parli del libro, non mi pare);
2 - Ma come, sveli l'intervento dei "misteriosi abitanti delle catacombe romane"???...La vera chiave della vicenda! Il punto misterioso della situazione per cui alla fine spalanchi la bocca e dici OOOOhhhh!...
Non posso perdonarti. Sarà che io Niccolò lo amo troppo.