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Un successo falso e presuntuoso.
Vincitore del premio strega 2008, "La solitudine dei numeri primi" è stato definito - con forte presunzione -dalla critica un vero e proprio fenomeno editoriale. In realtà, a distanza di molto tempo, ancora non riesco a spiegarmi il clamoroso successo che continua a riscuotere tutt'oggi tra i giovani lettori. C'è da dire che la scrittura di Paolo Giordano soffre di una esagerata leggerezza, mostrandosi fin troppo fluida e semplice. La storia di due adolescenti altamente complessati e sofferenti prosegue per l'intero libro come la nota dolente di un piano scordato. E' eccessivamente tediosa la condizione immutabile in cui Alice e Mattia risultano impotenti e vittime di un mondo così crudele e piatto. Manca una svolta significativa e sembra che tutto proceda fin troppo velocemente, lasciandosi alle spalle delle possibilità, o semplici casualità, che avrebbero potuto giovare al libro stesso più dinamismo. In conclusione, il successo di Giordano è un falso successo.
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