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L'estate del cane nero
Malinconico, con sprazzi a volte ilari, venati da sentimenti di paura, ansia, scoperta e vergogna che caratterizza l'estate del 1975 di 4 amici adolescenti in una masseria nelle campagne vicino ad un mare, pugliese, a volte purificatore.
Questa è un po' l'essenza di una trama scritta dall'autore, forse in alcuni tratti biografica.
Non nego di essermi lasciato dolcemente trasportare da alcune sequenze che anch'io ho vissuto durante la mia adolescenza.
Riporto un passaggio del libro che a mio avviso racchiude in parte l'anima dell'opera: "Oggi mi accorgo che le prospettive cambiano e quello che un tempo era un colore o un tipo di suono oggi è un colore diverso e magari un rumore.
L'esistenza stessa è una linea che cambia, arrotolata nei ricordi di una vita immaginaria, in cui tutto alla fine trova un posto preciso".
DA LEGGERE.
Syd
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