Dettagli Recensione
Bello, ma non un capolavoro.
Questo romanzo aveva tutte le potenzialità per essere un capolavoro, ma così non è stato.
L'autore caratterizza bene certi personaggi ma non tutti (per esempio Dante), le vicende della prima guerra sono incentrare su Floti, Gaetano, e Checco, ma non sugli altri.
La superstizione iniziale della capra d'oro, meritava forse una continuazione nel corso della lettura, invece sembra essere stata introdotta per sostenere un finale un po' forzato.
Detto ciò, il libro si legge tutto d'un fiato e la vicenda della famiglia Bruni, si dimostra interessante, anche perchè attraversa un periodo storico, fra le due guerre, che ho sentito testimoniare direttamente dai miei nonni.
Triste è l'abbandono della famiglia della fattoria, con l'incapacità della matriarca Clerice di tenere unita la famiglia (anche a seguito dei lutti subiti) e di almeno uno dei figli a "reggere" il passaggio generazionale. Anche se il paragone non è dei migliori, in quanto metto a confronto la lettura dei libri, con la visione dei film, a "Otel Bruni" manca la poesia che si riscontra ne "L'albero degli Zoccoli" di Ermanno Olmi (palma d'oro a Cannes nel 1978) e la forza politica presente in "Novecento" di Bernardo Bertolucci.
Per essere completo il libro doveva forse contenere il triplo delle pagine, con un maggiore dettaglio narrativo , come ne "Mondo senza fine" o i "Pilastri della terra" di Ken Follet.
Indicazioni utili
L'albero degli zoccoli
Novecento
La neve nel bicchiere
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