Dettagli Recensione
Poetico
Poco dopo la fine della guerra a Napoli per un ragazzino studiare è un lusso: a tredici anni è già tempo di andare a lavorare, a bottega, per aiutare in casa e per imparare un mestiere.
Lo si può fare con la serena consapevolezza che quella è la via tracciata e l’inizio della propria vita d’adulto.
Montedidio è il commovente diario di un adolescente che scopre il lavoro, l’amicizia, il rispetto, l’amore, la morte, la consapevolezza di sé e ne tiene traccia con una matita sul residuo di una bobina di carta da stampa, scrivendo in italiano, mentre pensa in napoletano. Usa l’italiano un po’ perché si sente un privilegiato per il fatto di averlo potuto imparare ed un po’ “perché l’italiano è zitto e ci posso mettere i fatti del giorno, riposati dal chiasso del napoletano.”
Il libro si legge in un soffio ed è un soffio d'aria fresca e profumata di bucato steso al sole.
La prosa di Erri De Luca è poesia concentrata:
“Quando ti viene una nostalgia non è mancanza, è presenza, è una visita, arrivano persone, paesi da lontano e ti tengono un poco di compagnia.”