Dettagli Recensione
Una protagonista dal cuore di pietra
“Cuore di pietra” è il secondo libro che leggo di Vassalli e, devo dire, l’ho affrontato con un po’ di timore. Suo è anche il ben noto “La chimera”, romanzo stupendo ma straziante. Era per questo motivo, perché avevo paura che anche questo suo libro mi scuotesse l’anima, che ho aspettato del tempo prima di leggerlo. Già il titolo faceva presagire il peggio, mi immaginavo una donna rigida e senza sentimenti.
Ebbene, mi sbagliavo.
Certo, resta il Vassalli che racconta un periodo storico dell’Italia aggiungendo a piene mani dalle fonti storiche, così come resta la (splendida) abitudine di raccontare tali fatti attraverso gli occhi di protagonisti i cui nomi non sono riportati nei libri di storia.
Ma è scomparsa quell’aria straziante che tanto mi aveva colpito ne “La chimera”. Chiariamoci subito: uno dei personaggi principali, colei che ha il cuore di pietra, è una casa, una casa che, quando fu costruita, era enorme. È ovvio, a ben pensarci, che il suo cuore non potesse che essere fatto di pietra.
Di primo acchito, “Cuore di pietra” pare un libro leggero, ma, poi, a guardarlo bene, non è affatto così. È come un dipinto, anzi: una serie di dipinti. L’artista Vassalli tratteggia linee di colori vivi e chiari, ma ciò che narra con la sua arte sono spesso episodi che lasciano l’amaro in bocca.
L’intera storia si svolge nell’arco di numerosi decenni e Vassalli in ogni capitolo si concentra su un determinato periodo storico, della durata di massimo quattro-cinque anni. È quindi chiaro che l’attenzione si sposta, capitolo dopo capitolo, sempre su pochi personaggi centrali. Questi si alternano, muoiono, vengono sostituiti da altri personaggi che rincontreremo oppure di cui mai più sapremo la sorte. Vi è un unico personaggio sempre presente: la Casa, silenziosa coprotagonista, fil rouge di tutta la narrazione.
Vassalli se la prende un po’ con tutti: coi socialisti, coi fascisti, con gli artisti e con gli uomini di affari. Ma non giudica, semai suggerisce una suo opinione, ma mai in modo trasparente. Non leggerete storie di eroi, in questo libro, ma storie di esseri umani che vivono in una città di cui il nome non verrà mai svelato con certezza al lettore. Son esseri umani normali, che siano avvocati, che siano politici, ma anche portinai e tipografi. Hanno pregi e virtù, ma anche difetti. Commettono atti che fanno storcere il naso, ma anche gesti che ci riempiono di gioia. Esseri umani, appunto, non infallibili, ma veri, come tutti noi. E la loro storia si intreccia con la Storia e, attraverso le loro vite, noi lettori veniamo trascinati in questa cavalcata attraverso il tempo, in cui anche un decennio può passare tra un capitolo e l’altro.
Un bel libro, che scorre leggero, un libro di cui si può anche leggere un capitolo a distanza di giorni da quello precedente, senza che la magia venga intaccata. Perché a Vassalli bastano le prime due righe di qualsiasi capitolo per riportare il lettore ad osservare la storia di questi personaggi la cui vita trascorre sotto gli occhi di una coprotagonista dal cuore di pietra.