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Il peso della farfalla
 
Il peso della farfalla 2011-07-15 08:08:24 Reppy
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Reppy Opinione inserita da Reppy    15 Luglio, 2011
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Un libro che sa commuovere... ma poi...

Non si può negare l’intensità di questa narrazione che non mancherà di commuovere gli animi sensibili. L’incontro di due solitudini legate da un destino di vita e di morte e dal nome che gli è stato attribuito ‘re dei camosci’. Due esseri così diversi eppure così simili. Un uomo che sceglie la vita solitaria iniziando così ad assaporare e comprendere la natura, i suoi movimenti, il suo respiro, la sua forza e vitalità, diventando così un cacciatore senza eguali e che viene chiamato ‘re dei camosci’ perché nessuno ne ha mai uccisi quanti lui, eppure si sente un ladro a portare questo nome.
E un camoscio, un esemplare bellissimo, che è dovuto crescere da solo perché sua madre è morta quando era solo un cucciolo. Il suo crescere solitario l’ha reso diverso dagli altri camosci. L’ha reso grande e forte e un conoscitore eccellente della natura e del suo territorio, l’ha reso il ‘re dei camosci’.
Ed è stato proprio l’attimo della morte della madre a legare per sempre i destini di questi due esseri solitari. Ma entrambi sono vecchi e stanchi e sanno che il momento di lasciare il posto a qualcun altro, il momento che la natura vada avanti e si rigeneri nella forza della giovinezza, sta arrivando… e quando arriva il loro giorno, entrambi sanno che sta per accadere qualcosa, sentono nell’aria di quella mattina di Novembre l’annuncio di quell’incontro. Ed è proprio quel giorno che i loro occhi si incroceranno e le loro anime si incontreranno, senza paura, come se fosse il naturale epilogo delle loro vite passate a fiutarsi.
Perché è anche di questo che parla questo libro: della natura e del suo corso che non può essere fermato, di nascita, crescita e morte. L’inesorabile ciclo a cui tutti sono destinati nonostante la forza, la maestosità che li contraddistingue.

Come dicevo, non è possibile non commuoversi e non farsi trascinare. Alcune immagini sono estremamente vive, come una ragnatela che si impiglia alla bocca del fucile… e molto intense, come la vibrazione che si sente un momento prima che il fulmine cada.
Ma nonostante tutto, questo libro non è senza pecche. Il linguaggio quasi onirico e fortemente poetico, in alcuni momenti intensifica molto la narrazione, coinvolgendo, ma allo stesso modo, per larga parte della narrazione, può risultare pesante e a volte leggermente frustrante. Un’esagerata ricercatezza di simboli e immagini che a volte rendono la lettura non scorrevole.
Si fosse trovata una mediazione, sarebbe stato forse più piacevole. Lasciare la poeticità nei punti giusti e dare un tono più narrativo al resto del racconto avrebbe forse reso ancora più intensi alcuni attimi del libro che già hanno una forte carica emotiva. Ma anche l’incontro tra l’uomo e la donna che cerca di intervistarlo, per esempio, viene descritto con un linguaggio che rende tutto pesante e fa perdere quell’epicità che hanno gli incontri di due nature diverse e uguali come quella dell’uomo e dell’animale.
Un altro punto che lascia sorpresi, anche se non immediatamente, a caldo, ma dopo qualche giorno… e il rendersi improvvisamente conto dell’umanizzazione dell’animale. I pensieri, lo sguardo… tutto reso troppo umano e meno istintivo che un po può lasciare insoddisfatti.
Insomma… un paio d’ore di lettura molto molto piacevole e intensa anche se a volte difficoltosa, che sul momento colpiscono, ma che a lungo termine possono far sorgere dei dubbi.
Io comunque lo consiglierei, perché a parte le considerazioni a posteriori, e diritto di tutti potersi godere le emozioni che questa lettura può suscitare.

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