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DA PRENDERE CON CAUTELA
Melania Mazzucco si è ispirata alla realtà per scrivere questo libro, ovvero, come specifica nella post-fazione, anche se nessuno si riconoscerà direttamente nelle storie raccontate, riecheggeranno le voci di esistenze disperate tra le pagine di questo romanzo.
Una bella fatica leggere questo libro: le vicende laceranti di una famiglia distrutta, di una che non potrà mai realizzarsi, di un'adolescenza difficile ed un'infanzia negata, di sogni impossibili e amori soffocati nel conformismo sono dei veri pugni nello stomaco da cui è difficile riprendersi, e che in alcuni momenti rallentano la lettura.
E' molto intrigante il gioco di cambiare continuamente e repentinamente il punto di vista del narratore, che di volta in volta diventa ora l'uno ora l'altro dei protagonisti. Ed è forse questa la chiave del libro: raccontare l'incomunicabilità tra le persone, nelle famiglie, nelle aule scolastiche. Un tempo Antonioni lo faceva al cinema con i silenzi. Qui sono le tante, troppe parole usate male a raccontare le inconcilibili posizioni di persone che non riescono a vedersi pur guardandosi, pur trovandosi l'una difronte all'altra. In definitiva è un libro emotivamente impegnativo, ma attenzione a non etichettarlo.
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