Dettagli Recensione
Io scendo!
Non è una grande letteratura, quella della Ferrante. Neppure strabiliante per la particolarità dello stile o dei contenuti. Anzi, se vogliamo proprio essere sinceri, “passo dopo passo” ho trovato la sua narrativa eccessivamente smielata e a tratti patetica, quasi da fiction.
E dire che l’idea di partenza non era male: buttati così, senza troppo sapere, nella tragedia viva di questa ragazza che si presume stia per iniziare il suo quotidiano allenamento di jogging, stretta nella morsa dell’inverno, e che all’improvviso viene tramortita da due ombre fugaci, per poi perdere i sensi e risvegliarsi, ferita e bendata, in un posto angusto a lei sconosciuto, prigioniera di un carceriere tutto sommato niente male e neppure troppo cattivo.
Peccato che l’incantesimo del giallo svanisce quasi subito. Cosa sta succedendo a questa poveraccia che pare non abbia fatto male a nessuno ed il cui unico hobby nella vita è scribacchiare poesie per sentirsi un po’ meglio e prendere contatto con il mondo? Ovviamente, non ve lo posso dire. Ma state sereni, ci arriverete da soli tempo una trentina di pagine e sarete comunque disposti a proseguire sospinti dalla speranza che non sia come pensate.
Ah, se posso darvi un consiglio spassionato: sorvolate pure sulle poesie che la carcerata si ostina a riproporci da un quaderno che riempie durante la prigionia, fatta eccezione per un paio, valgono più o meno quanto la traballante trama e la vicenda inconsistente della protagonista stessa.
Insomma, mia cara Ferrante: volevi scrivere un giallo, un noir sfumato di rosa o una raccolta di poesie ed aforismi in contraddizione tra loro? Qualunque fosse la tua intenzione, sappi che non ti è riuscita affatto.
L’unico merito va ai “ringraziamenti”:
“La mia vita è un treno ogni giorno in partenza, ad ogni fermata qualcuno è salito, pochi sono scesi… Se sono una donna felice lo devo a coloro che nonostante la precarietà del viaggio hanno scelto di rimanere a bordo, condividendo inizialmente il brivido della velocità e successivamente la bellezza di quei paesaggi che solo rallentando si possono ammirare.”
E allora non volermene, Patrizia: Io Scendo!
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Io non vengo nemmeno alla stazione, se è per questo! :D