Dettagli Recensione
La resurrezione
Se ne "Gli indifferenti" Moravia metteva in crisi il mondo borghese, ne "La disubbidienza" la crisi si concede un margine più ampio, prendendosela con tutto il mondo esterno. La crisi (La Disubbidienza) non segnerà una definitiva rassegnazione, incomprensione e abbruttimento, come troviamo a tonnellate nella letteratura europea del periodo, ma segna una nuova rinascita -o meglio- un ritorno all'atto di vita naturale dell'essere vivente umano, più irrazionale, più istantaneo e, se vogliamo, più puro. E' un romanzo, se vogliamo, interno: pur essendo stato comparato ad "Agostino", anch'esso narrante vicende adolescenziali, gli eventi non toccano se non la realtà psichica di Luca (il protagonista) mentre Agostino, evidentemente, è toccato e mutato da una realtà (quindi esterna) che non riusciva a fronteggiare a causa dell'inesperienza. Sono presenti sia il sesso che la borghesia e la rivoluzione: la borghesia è l'istinto di annientamento, ciò che spinge Luca a voler troncare l'esistenza, il sesso diventerà la vita e lo tratterrà in terra; inoltre, segnerà il trapasso da infanzia a età adulta. La rivoluzione è, appunto, questo passaggio: la sintesi psicologica del sesso da distruzione a costruzione.