Dettagli Recensione
Il Kamikaze
Moravia ci ha regalato un'opera molto complessa, strutturata su intese triplici. Soffermandoci sulla particolare narrazione notiamo come il tutto abbia una forma dialogica, apparente unica, ma suddivisa in tre piani: il reportage o intervista, fondato sull'azione, che incalza una poetica esistenzialista; la conversazione psicanalitica, che è un debito freudiano; il racconto-confessione neorealista, che emerge chiaro nonostante la narrazione proceda secondo un'inusuale architettura. Allo stesso modo abbiamo tre protagonisti: Desideria (la Borghesia), la Voce (la Rivoluzione) e il connubio di questi due, una potenza dissacratoria, surreale e simbolica, che è forse la storia, che è forse l'eroismo o che è semplicemente la vita, a tre dimensioni, tragicomica. Moravia ridicolizza il tutto attraverso quel piano simbolista che fatica ad attuarsi nella realtà dell'esistenza e nella sua scrittura stessa, che abbraccia temi sessuali, psichici e sociali senza dipingerli onestamente, confermando la sua tipica elusività realista.