Dettagli Recensione
Sfuggo ciò che m'insegue.Ciò che mi sfugge inseguo
Dopo "Va dove ti porta il cuore", credo che questo sia il più bel romanzo
della scrittrice triestina, se nel best seller l'analisi dell'artista si era
focalizzata sui sentimenti fra uomo e donna, su quel mistero chiamato amore
che sembra aver abbandonato la coppia moderna se non negli sketch pubblicitari
per vendere cereali, in questo nuovo lavoro la sofferenza esistenziale e la ricerca
del senso della vita ne sono i protagonisti indiscussi. Matteo, medico affermato, una mattina rientrando a casa dopo l'acquisto di un'auto usata, assiste, impotente all'incidente mortale della moglie Nora che era alla guida della vecchia Renault in compagnia del loro unico figlio Davide.La donna per cause sconosciute(o si è trattato di suicidio?) perde il controllo e precipita giù da un viadotto. Il dolore è abissale, Matteo come si è soliti dire in questi casi, rimane pietrificato dal dolore , se non che a paragone del gelo che gli scoppiò dentro, anche le pietre sembravano cose vive;le pietre si scheggiano,emettono scintille, trattengono il calore e lo restituiscono un uomo distrutto non ha più nulla: non è più nulla? Dopo un lungo vagare Matteo si rifugia in una piccola casa in mezzo al bosco, lontano dal mondo , lontano dal dolore, lontano dagli altri, fra ortaggi e agnelli , riesce a ridare un senso alla propria vita, miracolosamente diventa una specie di santone della montagna a cui tutti ricorrono per consigli fino a quando, una mattina giunge presso il suo "nascondiglio" un ragazzo, si chiama Natan, come il profeta che rimproverò il re Davide, che cosa vorrà mai questo piccolo profeta da Matteo?
di Luigi De Rosa
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