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La settima invitata
 
La settima invitata 2008-05-03 07:28:38 Renzo Montagnoli
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    03 Mag, 2008
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La settima invitata

Una rimpatriata fra vecchi compagni di scuola, che non si vedono da molti anni, costituisce la trama di questo romanzo breve, libro d’esordio di Stefania Lusetti.

Questo tema è stato oggetto di innumerevoli opere letterarie, alcune (poche) riuscite, e altre (molte) cadute nell’oblio.

E’ stata quindi del tutto naturale la mia curiosità di vedere se l’autrice fosse stata in grado di costruire qualche cosa di originale, senza cadere in uno sconfortante deja vu.

Devo dire che Lusetti era consapevole di questo rischio e ha cercato in tutti i modi di non concretizzarlo, e in buona parte c’è riuscita, ammantando la vicenda di un’atmosfera di tensione, quasi da romanzo giallo, anche se di assassini perseguibili per legge non ce ne sono. E’ stato un artificio indubbiamente valido che ha consentito di costruire un’opera dotata di autonomia, facilitando e rendendo anche più gradevole la lettura.

Eventualmente qualche lacuna emerge nella caratterizzazione dei personaggi, stereotipi di vicende del genere e che mio avviso, però, potevano essere disegnati meglio, di modo da non farli assomigliare a tanti altri che già si conoscono.

Lo stile è nel complesso lineare e scorrevole e la prosa è piuttosto fluida, così che si arriva piacevolmente alle ultime pagine, dove finalmente scopriamo l’autore morale della tragica fine, avvenuta molti anni prima, della sorella del padrone di casa (svenatasi nel bagno), e la cui presenza aleggia sempre, tanto da considerarla una settima invitata.

Il romanzo poteva finire lì, ma l’autrice ha voluto a tutti i costi un lieto fine, poco confacente alla storia, ed è un peccato che ne abbia trovato uno assai improbabile, quasi stridente con la linearità della logica fin lì tenuta.

Comunque sono dell’idea che l’esordio sia nel complesso confortante e che un giudizio più compiuto si possa avere con la prossima opera, di cui auspico di tutto cuore la realizzazione.

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