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Ridiamo per non piangere
Cosa sarebbe successo se, nel 1929, quindi al tempo del fascismo, in un tranquillo paesetto
siciliano, fosse arrivato come nuovo studente un principe nero nipote nientepopò di meno che dell'imperatore d'Etipia??
E se per di più, questo principe fosse stato tutt'altro che mansueto ma tutto il paese, dal direttore della scuola al questore, dal commissario di polizia al prete, fosse stato esortato ad accondiscendere alle sue richieste dal Duce in persona?? Se vi va di scoprirlo leggete questo libricino divertente e rivelatore di Camilleri.
Senza che neanche ve ne rendiate conto l'autore vi farà respirare l'aria che c'era a quel tempo in italia, e forse come me scoprirete che in fondo non è cambiato poi molto.
Ho trovato questo libro originalissimo nello stile, Camilleri è stato un maestro nello scrivere un romanzo fatto solo di pezzi di dialoghi e scambi epistolari.
Aggiungo che, essendo io di origine siciliana, per me leggere questo libro è stato sicuramente bello almeno per un motivo in più...il dialetto!Ho ritrovato espressioni tipiche siciliane che mi hanno riportato all'infanzia, i dialoghi in camera da letto di casa Butticè potevano essere benissimo quelli dei miei nonni! insomma c'è dentro l'echo delle mie lunghe estati "giù in Sicilia".
L'ho letto tutto col sorriso sulle labbra ma in fondo anche con un pò di amarezza nel cuore, a voi scoprire il perchè.
Granatina
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Origini meridionali, eh?
Non solo coetanee, quindi! ;)