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Nel mito di Ardea
 
Nel mito di Ardea 2011-02-12 09:21:28 Luna69
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Luna69 Opinione inserita da Luna69    12 Febbraio, 2011
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Le due metà

Il libro sa di oggi e di ieri, spaccato a metà, in una prima parte in cui si affaccia un uomo del nostro tempo che si fa subito voler bene, con pregi e difetti, con un broncio e un rancore smussato piacevolmente dall'ironia. Non si può non provare un'immediata empatia per quello che vive. E' una fotografia dei nostri giorni, di quello che ogni giorno vediamo nel mondo del lavoro, dove il "fumo" è diventato più importante dell'"arrosto"... dove un uomo che non si accontenta di lasciarsi vivere ma che vuole sentirsi scorrere dentro la vita, quella coerente con la propria anima, non può che non scontrarsi... sembra di vederlo Teo, solo coi suoi pensieri in mezzo ad una scenografia fatta di luci fredde e di neon, con l'odore del cattivo caffè del distributore automatico e attorno visi grigi e chini su carta e pixel. Sembra chiedersi se a questo mondo non ci sia sempre più gente e sempre meno persone, scandisce il tempo in mezzo al gelo dell'isolarsi col ticchettìo della propria inadeguatezza. Poi, come in un film in bianco e nero dove improvvisamente compare un dettaglio colorato l'eco delle sue paure, domande, sembra arrivare a destinazione... si volta pagina, si entra pian piano nella seconda parte... e quel grosso punto interrogativo piazzato proprio sopra il capo confuso e spaesato di Teo inizia a dare dei segnali di vita.
Si entra nel viaggio attorno a se' stesso, al ricongiungimento con l'essere puro e virgineo che c'è dentro di noi dalla nascita e che non si fa corrompere dall'esperienza e dal vissuto quotidiano. E' la parte di noi, quella semplice, quella che combacia perfettamente coi nostri desideri e non col surrogato di quello che la vita moderna ci dice di voler possedere. Spesso ci dimentichiamo delle cose realmente importanti, le diamo per scontate e abbiamo bisogno di allontanarci un po', di vedere tutto sotto una diversa prospettiva per guardare alla nostra vita con occhi sempre nuovi.
Teo è Ulisse, per ritrovarsi deve partire e poi tornare. Il finale è il cerchio che si chiude, è un dare un senso a ciò che sembrava inspiegabile. Ma i finali, soprattutto se concentrici, non hanno conclusione certa. Ulisse ripartirà ancora dopo aver amato la sua Penelope, perchè Ardea, per come l'ho concepita io, è la nostra vera essenza, la risposta a tutti i perchè che in pochi attimi si coglie al buio. Ma è anche inafferrabile, basta accendere la luce per farsela sfuggire dalle dita e dover riniziare la ricerca.
Lo stile è scorrevole e le immagini di una Milano antica e affascinante sono molto suggestive. Unica nota critica è nella prima metà, forse è troppo lunga, rischia di rovinare il livello di armonia del libro. Complimenti all'autore, il gusto di vaniglia e di cioccolato si percepisce tutto...

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Commenti

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13 Febbraio, 2011
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Accipicchia che super recensione!Ma sei sicura che solo nel mondo del lavoro valga"Il fumo è diventato più importante dell'arrosto"?
In risposta ad un precedente commento
Luna69
19 Febbraio, 2011
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no... è un protocollo di vita ormai diffuso estendibile a troppi aspetti del nostro tempo.
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