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Coincidenze
I fatti letterariamente costruiti da Camilleri prendono le mosse da un avvenimento realmente accaduto, il soggiorno a Caltanissetta del nipote del Negus Sellassié tra il 1929 e il 1932.
Non un romanzo.
Una storia cucita attraverso "falsi" documenti ( lettere, ritagli di giornale, telegrammi, ordini di servizio) alternati alla "registrazione" di dialoghi, voci di popolo, di nobili, di amministratori, vescovi e gerarchi.
Per quanto inventate, le vicende che ruotano attorno al "principe negro", un impunito gaudente approfittatore (ma senza i fessi i furbi non campano) , rendono in modo sagace e assolutamente realistico la mentalità e la cultura del tempo.
Servile e ottusa.
E nella logica dei documenti ufficiali, nelle roboanti dichiarazioni di azione conformi alla fascistissima ideologia dell'apparenza, in nome della quale si coprono e si nascondono tante magagne, si possono riscontrare tratti straordinariamente attuali, propri dei nostri tempi, purtroppo.
Con i gialli seriali incentrati su Montalbano, Camilleri cede alla logica del mercato , ma la sua originalità e maestria viene fuori nelle opere a sfondo storico, come in questo piccolo e sfiziosissimo "libello".