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Accabadora
 
Accabadora 2011-01-12 07:01:17 Ginseng666
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Ginseng666 Opinione inserita da Ginseng666    12 Gennaio, 2011
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5°: Non uccidere!

Con stile scarno ed essenziale, l'autrice ci presenta questa storia in cui il sapore acre delle tradizioni si mescola con la violazione secondo me, più grave , quella al quinto comandamento: non uccidere...Non che io sia particolarmente religiosa, ma devo dire che questo libro mi ha emozionato e turbato notevolmente...
La storia è la seguente: una vecchia sarta adotta l'ultimogenita di una famiglia numerosa, una bambina trascurata che altrimenti sarebbe vissuta nell'ombra delle sorelle...
Tolta dalla famiglia di origine che poco la considerava, Maria conosce il sapore di essere finalmente la prima, la preferita, unico soggetto di un affetto esclusivo, attenzioni affettuose, istruzione e tutto ciò che una bambina può desiderare nel suo limitato universo di comprensione e di ricerca...
La sarta però nasconde un segreto e le sue uscite notturne, provocano preoccupazione e curiosità in Maria, che per anni si chiederà il senso di questo comportamento materno senza potersene dare una spiegazione logica...
La vecchia enigmatica Bonaria è un'accabadora, cioè una persona che accellera la fine di coloro che non hanno più speranza, che soffrono troppo e con il consenso dei parenti l'agonia di costoro viene abbreviata...
Ci sono delle leggi e dei codici morali a cui la vecchia sarta deve tuttavia sottostare, il malato deve essere moribondo e i parenti d'accordo...
Quando lei infrangerà una di queste leggi morali che la rende bene accetta all'interno della comunità, l'equilibrio che reggeva
questo suo comportamento inusuale si spezza e lei viene travolta dal suo errore...perderà tutto a causa di questo..
Alcune considerazioni personali: sono contraria all'eutanasia, ma non perchè non voglio riconoscere la volontà e la dignità di una morte serena, ma perchè temo che vi siano abusi da parte di parenti che potrebbero decidere al posto del malato quando lui non è più in grado di intendere e di volere...
Detto questo e considerato che la storia viene ambientata in un periodo storico in cui la Sardegna viveva ammantata e chiusa in queste orrende tradizioni, lo si può accettare come triste retaggio di un'epoca in cui il valore della vita umana non aveva ancora raggiunto una giusta e valente consapevolezza.
Consigliato.
Saluti.
Ginseng666

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Commenti

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31 Ottobre, 2011
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in realtà il consenso del malato alla morte era essenziale per l'Accabadora Bonaria. Anche quando il malato era talmente malato da non avere quasi più barlume di vita, il contatto cercato, e trovato da l'Accabadora, erano i suoi occhi che dovevano essere di consenso, altrimenti non se ne faceva nulla. In un punto del libro si racconta del vecchio che non voleva morire e i cui parenti mandano a chiamare Bonaria: lei in quel caso si arrabbia moltissimo e minaccia di denunciarli per omicidio. Ed ecco qua il confine. La vicenda precipita quando poi lei accompagna alla morte chi moribondo fisicamente non le e', quando accontenta un ragazzo disperato e morto nell'anima, portando su di se' tutte le conseguenze del caso. Secondo me non si tratta affatto di violazione del quinto comandamento, e' qualcosa di talmente profondo e radicato nella cultura contadina da venire accettato da tutti, preti compresi.
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