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IL MAL DI PIETRE
“Illusioni! grida il filosofo” recitava Foscolo. Il Mal di Pietre di Milena Agus gli fa eco con semplicità e delicatezza. Meglio morir d’amore che non amare del tutto. E se la realtà non aiuta, è lecito che subentri la fantasia.
In una Sardegna volutamente anacronistica, una nipote ripercorre la vita della nonna sulla base di percezioni e confidenze intimiste – talvolta intuite, talvolta rivelate. Ne emerge un passato di emarginazione per la particolare inclinazione alla passione ed alla ricerca quasi patologica dell’amore. Non è casuale che la struttura del romanzo richiami “Va dove ti porta il cuore” ma c’è un’amabile variante: la redenzione dalla colpa di “follia per amore” si respira in ogni pagina e non solo nell’epilogo. Il risultato è un delicato saggio sulla natura della passione e sulla necessità dell’idea (o dell’ideale?) dell’amore per esistere (e resistere).