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un colpo di.., teatro, e siamo alla frutta
L’autrice di questo romanzo ha preteso di raccontarci una vicenda siciliana attraverso un crudo realismo che attinge le sue radici nell’assurdo. Niente di male, se non fosse che quel po’ di sicilianità che traspare nella prima parte del romanzo, cede il passo al grottesco, con picchi direi di istinti masochisti e necrofili che i personaggi assumono nella vicenda e che riescono a ricoprire il lettore… di merda. Infatti, le contendenti, questi ostinati e inverosimili personaggi che si fronteggiano per un pezzo di strada, marcano il territorio defecando e pisciando. La visione di Emma Dante è questa: un duello a colpi di chi caga di più o di chi piscia più in là. E nel mezzo di tutto questo, l’autrice ci infila un amore lesbo e una pioggia di vermi che cade dal cielo e copre le strade… E a questo punto non so davvero che cosa resta al povero lettore. La scrittura non è malvagia, anzi si fa notare, ma un libro non è soltanto scrittura, è altro ancora. Le cose positive: l’ambientazione, le scene; le cose negative: lo scadere del realismo nel grottesco, forse guadagna qualcosa in teatralità, ma narrativamente siamo appesi al palo.
Così com’è, non so davvero che cosa dovrebbe trasmettere questo libro al lettore.
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Commenti
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Ma non c'è bisogno che gliela invii: ci leggono in parecchi qui (e c'è sempre qualche spione che glielo va a riferire), e io così mi ci faccio il brodino :-)
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Inviala all'autrice, por favor!