Dettagli Recensione
Sotto cieli noncuranti
Un caso drammatico scuote Torino, un bimbo precipita dalla finestra nel cortile e muore, in una fredda giornata nevosa. La madre, in casa al momento dell'accaduto, è sotto fortissimo schock. Il padre rientrava da Roma dove ha appena messo fine ad una relazione extraconiugale.
Il magistrato incaricato del caso, Giovanni Corrias, subisce a sua volta un grosso lutto; la moglie viene travolta da un'auto che sbanda a causa della neve. Il magistrato reagisce alla tragedia gettandosi a capofitto nell'indagine e la figlia, Matilde, dodici anni, si sentirà di dover curare il dolore, prima che il suo, del padre e delle sorelle; “Le cose spaiate si devono appaiare. Le cose rotte si devono aggiustare. E quelle che fanno soffrire, si devono curare”.
Il libro è una soggettiva dal punto di vista di Matilde che tenterà di entrare e comprendere il mondo degli adulti.
Una prosa suggestiva, un'amosfera dolente, il mondo che piano piano ricomincia a girare sotto “cieli noncuranti” di quello che accade alle effimere vite che scorrono sotto.
Una bella lettura, di quelle che senza dubbio non lasciano il tempo che trovano, ma rimango un po' dubbioso, lo trovo non molto corretto, sui libri che per scatenare sentimenti e riflessioni non trovano di meglio che far morire un bimbo di tre anni e una madre di tre bambine.