Dettagli Recensione
mi aspettavo di più
amo molto come scrive Chiara Gamberale, i suoi articoli su Vanity Fair li leggo e mi colpiscono spesso, alle volte mi hanno fatto commuovere (quello su Taricone, quello su Sandra e Raimondo), in assoluto m'è sempre piaciuta la sua profondità di pensiero, mi piace il suo stile.
tra i suoi romanzi ho letto (e adorato) "la zona cieca".
"le luci nelle case degli altri" un po' mi ha deluso, forse proprio perché avevo delle aspettative alte.
è scritto molto bene, la pluralità di voci e caratteri filtrati attraverso gli occhi di Mandorla è ben orchestrata, e si legge anche piacevolmente.
però personalmente l'ho trovato un po' artificioso, e infinitamente meno spontaneo de "la zona cieca", che dipingeva le nevrosi e i sentimenti dei suoi due protagonisti in maniera secondo me splendida, completa.
con due soli personaggi forse era ed è più facile restituirne la complessità, la densità.
leggendo, li "sentivi".
qui la Gamberale tenta di dipingere un quadro sociale e psicanalitico delle famiglie di oggi, restando secondo me in superficie sia nell'uno sia nell'altro campo, scivolando anche un po' troppo nei clichés, sociali morali o freudiani che siano.
la scelta del romanzo corale mortifica in qualche modo il suo (a parere mio indubbio) talento nel descrivere a fondo l'animo delle persone.
è un romanzo che (per trama e continui flashback) strizza l'occhio al cinema, e per quanto alla fine io l'abbia letto volentieri mi ha lasciato come un senso di incompiutezza.
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Commenti
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però m'ha lasciato insoddisfatta, è una sensazione assolutamente mia, tenuto conto delle emozioni che avevo provato leggendo altre robe della Gamberale.
ecco perché non lo consiglierei né lo regalerei a Natale.
ma è un parere del tutto personale, ci mancherebbe.
conosco persone a cui è piaciuto assai!
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mahhhh, non capisco