Dettagli Recensione
Angosciante e inutile!
Divorato in meno di due giorni! Ma non fatevi ingannare.... non perchè mi sia piaciuto, ma perchè non vedevo l'ora di togliermelo di dosso!!!. L'ho portato a termine solo per rispetto, perchè un libro non può essere interrotto!!! Può deluderti l'inizio, ma puoi trovare affascinante il finale così da rimanerti impresso. Purtroppo non è questo il caso. Se non l'avessi letto, di certo non ne avrei sentito il bisogno. Mi sono lasciato trascinare dal tanto clamore che ha suscitato, e dalla curiosità. Meno male che l'ho preso sottoprezzo, altrimenti avrei rimpianto come non mai quei 18euro!!!. Per uno come me che è abituato a leggere libri di altro spessore, ciò che mi è rimasto è zero!. E' un libro che potrebbe andare giù a chi si affaccia per la prima volta alla lettura, e a qualche ragazzina alle prese con i primi problemini di cuore...ma probabilmente anche lei ne rimarrà delusa!. L'unico merito che gli dò, è la scrittura scorrevole e mai noiosa, e l'affascinante titolo. Ecco, per questo mi sono lasciato fregare. Solo per il titolo. Come disse Eco del suo "Il nome della rosa", il titolo deve partorire mille interpretazioni, e infatti lo ammetto, "La solitudine dei numeri primi" mi ha fatto pensare a tante cose...ma campate in aria e che lì sono rimaste!. Al centro della vicenda c'è il passaggio di due ragazzi dall'infanzia, segnata da uno spiacevole incidente, all'età adulta. 20 preziosi anni, buttati al vento, fuggendo sempre dalla realtà. Alice e Mattia, tra la famiglia, gli amici e il lavoro, portano dentro e fuori di sé i segni di un passato terribile. La consapevolezza di essere diversi dagli altri non fa che accrescere le barriere che li separano dal mondo fino a portarli a un isolamento atrocemente arreso. Azzeccata qui la metafora con i numeri primi! Ma resta un messaggio orrendo!!! I personaggi sono artefatti, sembrano due manichini che perseverano nel loro autolesionsmo senza mai guardarsi intorni...ma questo li porta conseguentemente ad un isolamento totale, proprio nel momento in cui si sta cercando di riparare "la barca da viaggio". L'idea di fondo è originale, ma a che serve se non fai fare un salto di qualità ai tuoi personaggi?? Che ne rimane di tutto ciò??..Il finale poi è di una delusione... Ennesimo libro "pompato" più di quello che si merita...per me, da dimenticare! e lo farò.. Alla fine rimane solo un profondo grigiore che non è neppure un'emozione, ma un senso di angoscia che non auguro a nessuno con la lettura di un libro.