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Venuto al mondo
 
Venuto al mondo 2010-11-06 15:42:18 Cristina V
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Cristina V Opinione inserita da Cristina V    06 Novembre, 2010
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indimenticabile.

Dopo così tante opinioni , è difficile trovare qualche concetto non ancora espresso...
Ma ci provo.
Innanzitutto, lo stile: mi piace moltissimo, così scarno, asciutto, ma nello stesso tempo completo, perchè in una frase - poche parole - dice tutto. Ti fa intravvedere anche il non-detto, ciò che è rimasto fra le righe....
Apprezzo anche certe frasi dure, quasi crude, che non riesco ad identificare come appartenenti a quest'autrice così...eterea, raffinata. Ma " lì" stanno bene. E rendono perfettamente un momento , uno stato d'animo.
Poi la storia, moderna,ma antica; dolorosa in ogni sua parte.

La Mazzantini riesce, secondo me, sia nella parte riguardante la maternità, che in quella riguardante i suoi sentimenti ed i suoi rapporti con gli uomini, ad essere meravigliosamente vera, tanto che io mi ritrovo in certe frasi, in certi modi di dire, in certe situazioni.
Alcuni brani mi hanno trafitta, ho dovuto rileggerli alcune volte; mi sembrava di dire qualcosa di mio....
Non è facile da spiegare, ma mi accade raramente.

Io ho trovato questo romanzo assolutamente meraviglioso.
Se "Non ti muovere" mi aveva presa, questo, molto di più!
La storia d'amore, struggente.
L'ambientazione , in quel clima di guerra , così realistico, che mi pareva di esserci, di "vivere" in quel luogo.
Di soffrire con quella popolazione.
E, confesso,mi ha fatto scoprire tanti -tremendi- particolari, su quella guerra, che ignoravo.
Ci sono delle frasi, dei brani, che mi sono rimasti scolpiti a fuoco, , tanto sono intensi...

E poi, basilare, la storia di questa maternità, che ho trovato atroce: la ricerca disperata di un figlio ad ogni costo, le attese, le sofferenze...mi faceva piangere.
Tutti questi argomenti, insieme, raccontati dalla Mazzantini con grande maestria: è veramente una Scrittrice con la maiuscola, secondo me.

ALCUNE RIGHE .
La protagonista, Gemma, dopo 16 anni torna a Serajevo e va al cimitero .
...."Qui è sepolta mezza Serajevo. Le date di nascita cambiano, quelle di morte si ripetono.
Era come un sacco nero, il destino.
La morte fece un raccolto straordinario, in quei tre anni.
La morte è solitudine, e loro furono privati anche di quella privatezza, costretti a crepare a grappoli come insetti.
Essere derubati della vita sembrava quasi accettabile, alla fine, ma il furto della morte è un'altra storia...finire alla rinfusa, mischiati come panni sporchi, come frutta marcia."
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"Non dovrei soffrire perchè è accaduto molti anni fa, non è una ferita aperta, ma una cicatrice bianca, scomparsa nella pelle del tempo.
eppure il dolore è proprio quel tempo trascorso senza che io lo abbia saputo."
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"in verità sentivo che la morte di Diego non mi aveva rubato nessun futuro.
.....Io ero stata la balena, il dorso forte su cui lui s'era fermato, come un uccello in attesa del vento che lo restituisse al suo viaggio.
E prima di andarsene, per ricompensarmi, mi aveva portato con il becco un pesce, raccolto dal mare per me."

Indimenticabile.


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