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Il sorriso di Angelica
 
Il sorriso di Angelica 2010-11-05 13:44:37 cesare giardini
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    05 Novembre, 2010
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montalbano è prossimo alla pensione

Puntuale come sempre, ecco l’ultima indagine del commissario Montalbano, la prima che Camilleri pubblica per Sellerio dopo la scomparsa della cara Elvira a cui l’Autore dedica un commovente ricordo. Tornando al romanzo, è evidente che Montalbano sente sempre più sopraggiungere l’età della pensione : ha cinquantotto anni, e il dottor Pasquano, medico legale, gli dice apertamente che ormai è un rottame, mezzo decrepito, invitandolo (sono le consuete schermaglie tra i due) a dimettersi. Ma Montalbano resiste, e, tra le consuete scorpacciate in trattoria da Enzo, gli scontri verbali con l’ottuso questore di Montelusa, le comiche battute con l’intramontabile Catarella ed i meritati riposi a Marinella, trova il tempo di impegnarsi in una complicata indagine su una serie di furti su commissione che sconvolgono il tran tran della borghesia vigatese. Ci sono di mezzo, a complicare l’affare, alcune lettere anonime, un appostamento con sparatoria e due cadaveri : uno della banda ladresca e un usuraio, che si suicida per la vergogna. La trama è complessa, ma Montalbano, nonostante gli acciacchi e la “vecchiaglia” incipiente, se la cava egregiamente come al solito, fidando nel suo finissimo intuito e nell’aiuto del sempre più indispensabile ispettore e amico Fazio. Durante l’indagine, Montalbano trova il tempo di perdere la testa per una bellissima cassiera di banca, di origini triestine, che si scoprirà poi coinvolta nella trama dei furti: Angelica è il nome della ragazza, ed ecco che il commissario si perde in reminiscenze letterarie, rievocando l’Ariosto ed il suo “Orlando furioso” e sentendosi quasi novello Orlando geloso di Medoro. Il commissario qui tentenna, perde la sua abituale lucidità sino a farsi sedurre (che dirà la pazientissima Livia?); si riabiliterà alla fine, facendo arrestare, pur con la morte nel cuore, la colpevole Angelica. La scrittura è agile come al solito, pur con qualche momento di stasi; il dialetto siciliano, cui siamo da Camilleri abituati, è ormai, per i lettori incalliti, facilmente comprensibile , con qualche neologismo singolare e simpatico (ad esempio, il malleolo è l’osso “pizziddro”). Attendiamo ora le ultime avventure del commissario, prima della meritata pensione e delle auspicabili nozze con la genovese Livia, compagna di sempre.

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Consigliato a chi ha letto...
Ai lettori incalliti di Camilleri
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