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Odio gli italiani
 
Odio gli italiani 2010-10-16 14:19:18 eleonora.
Voto medio 
 
2.0
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
2.0
eleonora. Opinione inserita da eleonora.    16 Ottobre, 2010
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odio gli italiani

Ho letto il libro con molta curiosità perché il titolo mi aveva da subito attirata. Si legge molto velocemente, non solo per la sua brevità ma anche per lo stile asciutto e pieno di dialoghi.
La storia è ambientata in Africa, ma non viene ne contestualizzato il luogo preciso ne lo spazio temporale in cui nasce e si sviluppa la trama, sicuramente è una scelta dello scrittore che però mi convince poco, perché l’assenza di parole spese per descrivere i luoghi delle vicende di Alessia e dei suoi coetanei rende la storia poco reale. Indubbiamente parlare di Africa non è cosi semplice, ma credo sia necessario e dovuto quando si toccano tematiche cosi difficili e dure, anche perché il contesto dovrebbe essere un punto di forza e un elemento trainante del libro e non un semplice particolare di “contorno”.
Alessia ragazza di origini italiane insieme ai suoi amici africani,Monique, Nnambi e Daoud, si trova immischiata in una vicenda drammatica:la vendita di bambini da parte di un’organizzazione mafiosa stabilitasi nel paese. Molti altri personaggi saranno coinvolti nell’intreccio della trama, a volte in maniera troppo sbrigativa, come i due turisti italiani. Oltre al mercato dei bambini, nel libro vengono sollevati altri temi come la prostituzione minorile, lo sfruttamento da parte dei coloni italiani, il turismo non consapevole l'adozione a distanza.... troppi temi e nessuno veramente sviscerato.
Leggendo il libro è come se si aprissero tante parentesi che non vengono mai realmente chiuse, a volte questo aspetto non è del tutto negativo, perché anche se i temi sono trattati in maniera superficiale non si ha la pretesa di risolverli con l’intreccio della trama in poche pagine, ne di trovare una soluzione definitiva ad essi. Non è facile parlare di condizioni sociali che appaiono così lontane dalla nostra realtà e che invece sono purtroppo situazioni "normali" in Africa, Michele con il suo libro ci prova ed è molto interessante l'idea.

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