Dettagli Recensione
La macchina degli scacchi
Buon romanzo sulla vita di José Raúl Capablanca, grandissimo giocatore di scacchi cubano, che iniziò a giocare già a quattro anni dopo aver solamente osservato il padre giocare (senza alcuna spiegazione sulle regole del gioco). In pochi anni diventa campione cubano, per poi affermarsi definitivamente a livello mondiale, strappando il titolo a Lasker. Il libro ne ripercorre i primi passi, fino alla perdita del titolo ed all'angosciosa ricerca di una possibilità di rivincita contro un altro grande della scena scacchistica mondiale dell'epoca, Alexandre Alekhine. I capitoli brevissimi, due tre pagine al massimo, aprono dei piccoli e gustosi flashback su episodi della vita del giocatore cubano e del rivale Alekhine. Viene citata quasi per intero l'elite scacchistica dell'epoca: Lasker, Morphy, Cigorin, Tarrasch, Marshall. Forse alcune parti risultano un pò noiose e per un non appassionato del gioco a 64 caselle, difficili da seguire o da comprendere. E' interessante anche la parte psicologica, il prima ed il durante l'incontro, che mostra le fragilità e le paure anche in autentiche “macchine da guerra” del gioco degli scacchi. Bellissime alcune citazioni e soprattutto quella data da Gesualdo Bufalino: “Perchè gli scacchi , non sono semplicemente un gioco. Sono guerra, teatro e morte. Cioè, tutt'intera una vita” o la riflessione sul sogno di un pedone.