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Accabadora
In un paesino della Sardegna degli anni '50, vive l'anziana Tzia Bonaria, ossequiata e rispettata, forse temuta, da tutti e sua "figlia d'anima" Maria di sei anni, una bambina, ultima figlia di una povera famiglia, "adottata" secondo l'uso del tempo.
La bambina crescerà e stabilirà un forte legame con quella che le fa da madre al di là del rapporto biologico, fino a scoprire che il mestiere della Tzia Bonaria è la sarta, ma la sua capacità principale, quello per cui è conosciuta nel paese, è essere "accabadora", colei che regala dolci e pietose morti ai malati terminali e lo scontro culturale e generazionale fra le due esploderà e porrà fine al loro rapporto, fino al giorno in cui l'anziana Tzia Bonaria sarà sul letto di morte.
Michela Murgia, ci immerge magicamente nell'atmosfera sarda, di paese, di metà secolo scorso, i suoi riti, i suoi profumi, le sue luci regalandoci pagine di buona letteratura e lo fa affrontando due temi molto delicati: l'eutanasia e l'affido eterofamiliare che qui fanno parte della tradizione antica e risultano quindi accettabili e normali.
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e cioè alla Coop...
Magari potrei trovarlo in libreria...tu che ne dici?
Un saluto.
Gineisa