Dettagli Recensione
Un romanzo superficiale.
Contiene spoiler.
L’unico pregio del romanzo, che corrisponde anche paradossalmente a un difetto, è la sua scorrevolezza. Si legge tutto d’un fiato, perché Ammaniti è un bravo narratore. Al di là di ciò, non vi è, però, la capacità di scavare dentro i personaggi, rilevarne sentimenti, angosce, paure, speranze. Tutto si ferma alla superficie, senza che noi riusciamo a carpirne l’essenza più peculiare. Ecco, i protagonisti per certi versi sembrano esseri fittizi, che poco hanno a che vedere con le tristi vicende, che li rappresentano. L’opera narrativa si può definire una descrizione di cronaca e l’autore un giornalista distaccato. Vengono raccontati eventi in rapida successione, quasi con la fretta di poterli collegare tra di loro. Purtroppo i protagonisti non si fermano quasi mai, sono scossi da un’azione continua, al punto che una domanda sorge spontanea: perché non arrestano la frenesia, per ascoltare un attimo la voce interiore, interrogarsi sulle loro sensazioni ed esplicitare sentimenti e riflessioni? L’autore, per rispondere pienamente al “credo” verista, non manifesta alcuna partecipazione emotiva. Ciò che non convince è il fatto che non si dia “luce” o risvolto positivo: i bulli vincono e il perseguitato diventa carnefice, arrivando ad uccidere la professoressa, dalla quale si aspettava qualcosa, che non poteva dargli. La realtà a volte, non sempre però, è così; mi aspettavo comunque da un autore sensibile alle problematiche sociali qualcosa di più costruttivo, un invito a reagire, a dire “no” a prevaricazioni e sopraffazioni. Non bisognava fornire un lieto fine, ma semplicemente aprire uno”spiraglio”, per superare insieme difficili condizioni di disagio. Nella realtà giovanile assistiamo spesso a eventi simili: bisogna aprire la strada alla speranza.….Altri personaggi in fondo sono degli sconfitti: la stessa professoressa, che rimane vittima della propria solitudine ….. Non dico che bisognava presentare una soluzione “ottimistica”, “buonistica”, ma dare credibilità ai protagonisti, dando loro una consistenza interiore, di cui il romanzo è privo. Esistono opere letterarie, i cui personaggi, nonostante siano dei “perdenti”, riescono a scuoterci, a farci riflettere , a trasmetterci emozioni vitali sul nostro itinerario esistenziale: ed è ciò che soprattutto è mancato nell’opera di Ammaniti, uno scrittore che precedentemente ha favorevolmente impressionato con testi di altro livello.
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va beh... pace!
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......peccato che tu sia scivolato sulla "buccia di banana", nello svelare l'esito finale del romanzo a chi di noi non l'avesse ancora letto...