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il corruttore
Ho letto IL CORRUTTORE quasi trattenendo il fiato dall'inizio alla fine. A parte la piacevolezza della perfezione linguistica, mi sono lasciata trascinare da un crescendo di indignazione che la storia mi faceva montare nel cuore, come una panna montata acidissima.
Mi sono detta in continuazione che l'invenzione romanzata del Prof. Andreoli altro non è che la dolorosissima realtà che ci affligge e perseguita in Italia. Speravo tanto nel riscatto del professore universitario, vittima ...ma,secondo me non troppo. Mi ha fatto infuriare (proprio come la reazione della moglie!!) il suicidio.Ma no,no e poi no...non ci si deve arrendere!
Perchè,Prof. Andreoli, ha fatto suicidare Antiquo? E' così violento questo suicidio! E soprattutto è troppo annunciato e quindi troppo ricattatorio.
Leggendo questo romanzo ho provato un forte sentimento di gratitudine per l'autore, che mi offriva la possibilità di condividere l'eterna indignazione che si vive qui ed ora. Tuttavia, il suicidio finale mi ha fatto proprio ...arrabbiare...
perché segno di una debolezza che rasenta la più violenta delle forze. In questo mio commento sul suicidio del personaggio non entra alcuna motivazione etico-morale. Per me, la libertà di togliersi la vita però non può e non deve toglierla agli altri la libertà di non essere travolti e stravolti.