Bianca come il latte, rossa come il sangue Bianca come il latte, rossa come il sangue

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Opinione inserita da Ice    03 Mag, 2012

Pesante...

Non ho amato molto questo libro, sebbene la trama mi potesse intrigare, tanto da indurmi a comprarlo. L'ho trovato pesante, non si è presentato come una lettura fluida o emozionante. Inoltre considero lo stile eccessivamente altisonante, ricco di figure retoriche come similitudini che non hanno né capo né coda e sembrano essere inserite solo come esempi di bravura stilistica. Il tono è talvolta noiosamente moralistico, soprattutto negli interventi del professore, e i pensieri del protagonista non sono sicuramente adatti all'età che gli viene attribuita (esempio: riflessioni filosofiche adatte a un adulto e non ad un alunno, tra l'altro non particolarmente brillante). La trama non è pessima ma scontata.
In sostanza questo libro non mi è piaciuto, e, subito dopo averlo iniziato, contavo già la pagine che mi separavano dalla fine.

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PICCOLO P. Opinione inserita da PICCOLO P.    23 Aprile, 2012
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e l'azzurro dei suoi occhi.....

Dicono che il colore che diciamo di odiare e con il quale non ci vestiremmo mai sia invece inconsciamente il colore di cui abbiamo più bisogno. Io ho sempre odiato il rosso..........e adesso ho imparato ad apprezzarlo, riuscendo ad identificare esattamente quale emozione può trasmettere un colore. Grazie allo stupendo libro di Alessandro D'Avenia. Un libro che mi ha stupito per la grande quantità di riflessioni che contiene in (relativamente) poche pagine. Sono perfettamente d'accordo con chi ha scritto una recensione prima di me: le frasi da ricordare sono tantissime e trasmettono sentimenti come amore, paura, odio, tragedia con una grande delicatezza. Questo libro lo rileggerò senz'altro. E consiglio a tutti di leggerlo. Soprattutto a quanti fanno ancora fatica ad attraversare la materialità delle cose per riuscire a vedere esattamente di cosa è composta la natura umana. E per cercare di capire, una volta per tutte, cosa realmente muove il mondo e dà un senso alla nostra esistenza.

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Opinione inserita da mariaaaa    07 Marzo, 2012

molto bello

CONTIENE SPOILER

Allora,
ho letto questo libro in poco tempo, e mi è piaciuto. Mi avevano già detto che Beatrice sarebbe morta e quindi non è stata una sorpresa; di sicuro è un libro molto interessante e, per chi non sa come andrà a finire, molto triste. Leggendo gli altri commenti ho visto che alcuni pensano che questo libro sia stupendo, e altri pensano addirittura che sia ridicolo; io la penso diversamente: penso infatti che D'avenia sia un grande scrittore molto filosofico, anche se di filosofia so poco perchè non vado nemmeno al liceo, e che sia ben scritto, ma fin troppo ben scritto; nel senso che un ragazzo di 16 anni non potrebbe mai fare delle riflessione così profonde, come invece viene scritto nel libro. Di molto bello vi è il bellissimo sentimento di Leo nei confronti di Beatrice, e la fa sembrare la ragazza più importante del mondo, cosa che pochi ragazzi al giorno d'oggi fanno; mi è piaciuto molto anche quando Leo distraeva e intratteneva Beatrice quand'era malata, ma soprattutto la perseveranza di Leo, che non smette mai di amare Beatrice.
Alla fine penso che questo sia un bel libro, ma dato che ho letto molti altri libri, posso dire che è stato bello ma non come altri che mi hanno appassionato di più e forse se ci fossero state un po' meno riflessioni, sarebbe stato più scorrevole.
L'ultima cosa che dico è che ringrazio D'avenia per questo libro e mi congratulo con lui, perchè essendo il suo primo romanzo ha avuto successo ed è stato bello.

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Opinione inserita da Sofiaaa    20 Febbraio, 2012

emozionante

sono stata costretta a leggerlo dalla mia insegnante di italiano, che giovedì ci torturerà con un'interrogazione senza precedenti nella storia, non pensavo che mi sarebbe piaciuto così tanto. io sono una fan sfegatata di Twilight, e il titolo mi attirava abbastanza. ho cominciato a leggerlo e mi stavo per addormentare; "ma che problemi si fa questo", mi chiedevo... ma ieri l'ho finito, dopo un mese che era chiuso nel cassetto, e ho pianto per tutto il pomeriggio. la trama sarà anche un po' scontata, ma è terribilmente romantico e dolce come me... insomma, questo libro mi ha fatto annegare nelle lacrime come mi era successo solo un'altra volta in vita mia... con Twilight, appunto.
spero di non essere stata banale con le mie emozioni,
Sofia

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Opinione inserita da CrossEyedMary    17 Febbraio, 2012

Quasi ridicolo...

Costretta a leggerlo per la scuola, e se questo libro davvero viene definito "un grande capolavoro" siamo messi male...
Ma quanto può essere scontata la storia del ragazzino che ama una coetanea e la sua migliore amica innamorata di lui?? Poi inventiamo la parte tragica, una malattia incurabile, e quache frasetta degna di Volo per scontatezza e falsa filosofia..
Classico libretto per adolescenti depressi che dovrebbe "insegnare a vivere l'amore in tutti i modi"
Per favore, finitela di rifilarci queste banalità che cercano (senza riuscirci) di sembrare storie intellettuali e profonde.

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Opinione inserita da Alessia    09 Febbraio, 2012

Non so cosa pensare...

Mh... Subito dopo averlo letto ero pazza di questo libro, mi piaceva molto. Ma poi leggendo altro mi sono resa conto che non è niente di che, è sopravvalutato. Sicuramente è un libro carino, però da un insegnante di lettere mi aspettavo qualcosina in più; Potrebbe andare bene per chi è alle prime armi, ma non per i lettori esperti...
La trama è maledettamente scontata e D'Avenia mette in bocca frasi "filosofiche" (se così si possono chiamare) a ragazzi di 16 anni che forse non sanno nemmeno il senso di quelle parole. Inoltre il protagonista spesso si perde in riflessioni contorte e che si potrebbero anche evitare. Ripeto, sì, può essere una lettura interessante per gli adolescenti, ma quando si iniziano a leggere altri libri di un certo spessore (mi riferisco ai contenuti) questo libro passa in secondo piano. E parlo da adolescente.
E poi mi ha fatto pena la lettera alla fine del libro scritta dal Sognatore che dice a Leo di aver fatto un ottimo lavoro. Lo trovo un vano tentativo di autocompiacimento.
Oltre tutto questo, bisogna dire che scorre bene e il metodo di D'Avenia in qualche modo riesce a catturare l'attenzione.

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C l a r a Opinione inserita da C l a r a    03 Febbraio, 2012
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Tutte le mattine, mi ricorderò di dire GRAZIE!

Leo è un sedicenne come tanti altri.
Nickname: il Pirata.
Non si pettina mai, ama le gare in motorino, il calcio, il suo ipod e la musica in generale, odia la scuola e il suono della campanella è atteso ogni giorno con impazienza.
La vita di Leo è una vita a colori: il bianco ,indica il vuoto assoluto, che fa paura. La professoressa di filosofia è grigia e nera. Silvia, fedele compagna di classe, è azzurra e infonde tranquillità e sicurezza. E poi c'è lei, il suo Sogno: Beatrice è decisamente il rosso... Come i suoi capelli, come l’amore, come il coraggio, come il sangue. Sì perché Beatrice ha la leucemia e il suo sangue sta diventando sempre più bianco...
Nel corso di un anno scolastico, tra un supplente di filosofia particolarmente ispirato, il torneo di calcetto, le discussioni coi genitori Leo insegue disperatamente il suo Sogno e si confronta con cose più grandi di lui, l’amore, il dolore, Dio (se davvero esiste.) In 200 giorni, nel corso di un anno scolastico, Leo è nato, morto e ri-nato un po’ più uomo.

D'Avenia è capace di dipingere i Sogni, come solo un Sognatore sa fare. Egli spinge adolescenti (e non) a guardare in alto, rimanendo però con i piedi saldamente ancorati a terra, tendendo continuamente ad abbracciare l'Infinito, dietro il quale si cela un progetto immenso e tutto da scoprire... Problematiche e riflessioni adattate ad un linguaggio semplice e lineare, un tono scanzonato e irriverente, insomma una lettura sicuramente piacevole!
Questo libro, che io ho letto tutto d'un fiato, è una pausa dalle corse quotidiane, uno spunto per iniziare a riflettere sulla Bellezza della Vita, a goderne e a dar valore solo a cose che lo meritano davvero.
Chiudo con una piccola riflessione dal libro, che per la forza e l'intensità con cui mi ha colpito, ho copiato su un post-it e appiccicato sullo specchio della mia camera:

"Il dolore mi costringe a chiudere le palpebre, a nascondere gli occhi. Ho sempre pensato che avrei divorato il mondo con i miei occhi, come api si sarebbero posati su tutte le cose per distillarne la bellezza ma la malattia mi costringe a chiudere gli occhi: per il dolore, per la stanchezza. Solo a poco a poco ho scoperto che a occhi chiusi vedevo di più, che sotto le palpebre chiuse tutta la bellezza del mondo era visibile, e quella bellezza sei tu, Dio. Se tu mi fai chiudere gli occhi è perchè io stia più attenta, quando li riapro."

Buona lettura a tutti!

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Rosetta Savelli Opinione inserita da Rosetta Savelli    23 Gennaio, 2012
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Entusiasmarsi come Leo per il Sognatore !

Ciao Alessandro, sono Rosetta e sono qui per dire " Grazie " come hai scritto tu nel tuo romanzo bello e fresco ! Dico grazie alla Prof. di Italiano di mio figlio Raffaele ( 3° media) che oltre a fare imparare a memoria ai suoi studenti poesie come " Il passero solitario " o " Il sabato del villaggio" di quell' infinito e " sfgto" poeta quale è l' immenso Leopardi, fa leggere anche molti romanzi e fra questi il tuo. Io sono una mamma e sono anche una scrittrice, ma a convincermi di leggerti è stato un ragazzino sveglio e normale , come tanti, come il tuo Leo ! Sono a metà e mi hai regalato una gioia e una freschezza davvero grandi. Le cose sono più o meno sempre quelle, ma è il modo di dirle che fa la differenza. Tu racconti i drammi di sempre e di tutti con la leggerezza e la falsa superficialità dei ragazzini di oggi che se vogliono, sanno essere profondissimi. Il tuo è un romanzo di Magia. Magia di colori e di sentimenti e di intuizioni e di riflessioni in perfette sincronie. Ed infine la Magia più bella è quella che riesci ad entusiasmare nello stesso modo, sia i ragazzini da una parte che i grandi dall' altra........ se mai ci fossero poi due parti così nitide nella loro divisione ! Quindi grazie anche a te per il tuo libro che si fa sfogliare con gioia e che tiene lontana la noia !! Ciao Rosetta

ps: devo aggiungere anche un voto per lo stile ! Beh qui ti do 5 perchè è proprio lo stile narrativo che qui diviene un tuo punto di forza !!

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Opinione inserita da Desideria    13 Gennaio, 2012

Travolgente

Sono pieni di sfumature gli occhi del professore quando racconta le storie delle Mille e una notte, quando racconta di uomini umili che non sanno di avere un tesoro sotterrato davanti all'uscio di casa e di viaggi a perdifiato attraverso il deserto alla ricerca di un sogno. Il professore "Sognatore", secondo la sua classe di liceali sedicenni, non sa niente della vita reale: dopo tutto è solo un supplente "sfigato"… ma quando guarda quei ragazzini scomposti e assonnati gli si para davanti tutta la tavolozza dei colori della terra e si accende di entusiasmo.
Per Leo, invece, le cose della vita possono avere solo due colori: il bianco e il rosso. Bianco è il vuoto, la noia, il silenzio, la solitudine. è la tremenda sensazione, che provano tutti i ragazzi, che il mondo ti sia completamente indifferente e avulso, che tutto sia insignificante e estraneo. Il rosso invece è il sangue che pulsa nelle vene prima di una partita contro la seconda D, è l'adrenalina che sale quando scatta "lo sfidone" in motorino con Nico. Rosso è Beatrice. Ogni mattina dopo la scuola Beatrice, con i suoi capelli rossi, aspetta alla fermata dell'autobus, mentre Leo le sfreccia davanti a tutta velocità rischiando ogni volta la vita. Farebbe qualunque cosa pur di attirare la sua attenzione, perché Leo è innamorato, è pazzo di Beatrice.
Per un ragazzo di sedici anni, stretto nella morsa di due genitori sempre presenti e attenti, non ci sono filosofie di vita da abbracciare, o sistemi morali da seguire. Non esistono le sovrastrutture e i giri di parole, l'autorità che i genitori devono dimostrare e la socializzazione forzata della scuola, gli orari, gli obblighi e le verifiche di matematica. Agli occhi di un adolescente innamorato l'unica cosa che conti è la vita, e la vita è un'eterna trepidazione. A volte, però, anche ai ragazzini belli e promettenti come Leo può succedere che tutto si sfaldi tra le mani. A volte, nella peggiore delle ipotesi, può succedere che l'entusiasmo si spenga all'improvviso, che i fili si spezzino di colpo, che il sogno di tutta la tua vita, quella cosa fragilissima e preziosa che faceva muovere ogni tuo passo, ti esploda in faccia.
Allora restiamo a guardare basiti. Noi, il professore sognatore che lo insegue per i parchi e le panchine della città, la sua mamma, che lo vuole tenere stretto come un bambino, e anche Silvia, la sua amica del cuore che vorrebbe regalargli per magia tutta la forza di cui può essere capace solo una donna.
All'improvviso nella vita di Leo tutto diventa bianco, come il sangue di una persona che ha una malattia in grado di spegnere, consumare, tutto il rosso che abbiamo nel corpo. Bianco come il dolore folle di chi non sa minimamente come si fa ad affrontare una malattia del genere, come la paura che ci fa scappare, correre lontanissimo, più in fretta che possiamo, lontani dalla morte.
Ed è scritta con un cuore semplice e una penna delicata, questa storia di adolescenti ricchi e per bene. è scritta da un professore di liceo che ha messo in ogni riga non solo i sentimenti, ma anche molte citazioni, immagini e rimandi che brillano di saggezza

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roberto mercaldo Opinione inserita da roberto mercaldo    06 Gennaio, 2012
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incalzante e non scontato

Un singolare connubio tra la leggerezza di un'età che si assume spensierata e la tematica sempre complessa del dolore. L'autore riesce a rendere perfettamente lo stato d'animo di un adolescente che lotta a suo modo contro quella che lui reputa un'ingiustizia, incompatibile con il concetto di Dio e di quell'ordine universale che cerca nel suo quotidiano. Pochi i personaggi, ma non così scontati i loro atteggiamenti e in particolare apprezzabili i dissidi interiori del papà, diviso tra la volontà di un'austera educazione e la voglia di mostarsi un adolescente cresciuto, passato attraverso gli stessi percorsi e gli stessi tormenti del figlio. La storia non è certo originale e la trama si snoda secondo un copione ampiamente prevedibile, ma questo toglie poco o nulla al valore di un libro che non vuole certo appassionare per gli accadimenti; al centro della vicenda il conflitto invisibile tra i piccoli, banali crucci di un sedicenne, calciodimensionato e in tutto simile ai suoi coetanei, e l'enormità di un percorso senza ritorno, toccato in sorte proprio alla donna dei suoi sogni, a quella che un po' tutti a sedici anni hanno amato in silenzio, più negli intriganti labirinti dell'immaginazione che non nei tormentati e spesso invalicabili sentieri della realtà. "Bianca come il latte, rossa come il sangue" gioca sui colori non solo nel titolo, ma in tutto lo sviluppo della storia, ma forse vuol dirci proprio che non ci sono un bianco e un rosso, ma che la vita mescola le emozioni in modo disordinato e convulso. Discreto lo stile, non infrequenti frasi significative e toccanti. Nel complesso lettura consigliata per ogni fascia di età.

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AllieJulietA Opinione inserita da AllieJulietA    04 Gennaio, 2012
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Meraviglioso.

Di questo libro mi ha subito incuriosito il titolo, così misterioso e poetico che mi aveva quasi preparata ad un poliziesco sanguinolento o a un giallo con scene forti.
Eppure mi ha stupito come questo "nuovo" autore (questo è il suo primo libro) è stato in grado di raccontare una storia drammatica ambientata nella vita di adolescenti.
Lo stile è quasi giornalistico, con frasi brevi, scorrevoli e ad effetto. Sono espressi a fondo i sentimenti del protagonista e i personaggi sono interessanti e dalle personalità articolate.
Posso dire che mi ha fatto riflette, mi ha emozionata ma non nel modo che solitamente usano gli scrittori: questo è un bellissimo libro con un tema importante, magari un pò scontato, ma raccontato con forza e innovazione.

Mi è piaciuto davvero molto!

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Ironkarlo Opinione inserita da Ironkarlo    30 Dicembre, 2011
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Bellissima esperienza

Quando uscì rimasi colpito dalla copertina, molto bella e significativa.
Poi leggendo la trama decisi di procurarmelo, e ieri l'ho finito di leggere.
Il linguaggio e le situazioni sono proprie dei teenagers dei nostri giorni con i vari problemi che vanno dal motorino senza freni, alla poca voglia di studiare e alle varie cotte tra gli "abitanti" della scuola frequentata.
Il nostro protagonista parte da una visione pessimistica della vita in cui tutto ciò che è brutto e non gira nel verso giusto lo identifica con il bianco; di conseguenza l'innamoramento per una ragazza "rossa" per lui è segno di elevazione spirituale e salvazione (guarda caso Lei si chiama Beatrice)....
La successiva malattia di quest'ultima porterà Leo a starle vicino finalmente, e ad imparare molto sulla vita e l'amore; questo anche grazie ad un suo insegnante filosofo ed alla sua migliore amica.
Non mi dilungo troppo sulla trama per non rivelare troppi particolari.
Posso dire che il testo vi emozionerà, ci sono molti pensieri profondi ed il finale lascia il lettore soddisfatto.
Promosso prof.

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noi, la solitudine dei numeri primi.
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Little_Dolly Opinione inserita da Little_Dolly    27 Novembre, 2011
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Ridicolo

L'autore cerca di trattare temi importanti e profondi, peccato che non ci riesca minimamente.
Il libro viene consigliato agli adolescenti, ma perchè gli adolescenti dovrebbero leggere unicamente queste cretinate??
I protagonisti sono patetici, noiosi e incredibilmente scontati.
Tutti quanti parlano e agiscono secondo dei precisi clichè e il personaggio più imbarazzante di tutti e quello in cui probabilmente l'autore si rispecchia:il supplente.
D'Avenia cerca di incantare il lettore inserendo frasi da ragazzina di seconda media in piena tempesta ormonale.
La storia è banale e prevedibile. Pur sforzandosi non riesce ad essere commovente.
NoNoNo

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Giusy T. Opinione inserita da Giusy T.    25 Novembre, 2011
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Scorrevole

Semplicemente, stupido, scontato...ma che poi, verso la fine ti prende, e un pò comincia ad interessarti...
non volevo leggerlo, lo consideravo stupido e da adolescenti, mi è capitato tra le mani, e ho pensato, "perchè no!", come mi aspettavo...scorrevole, molto scorrevole...la storia, abbastanza conosciuta, anche se possiede molte parti irreali, e a volte troppo esagerate, come il suo amore x una persona con la quale nemmeno parla, e amarla cosi tanto! la fina, la si capiva già da metà libro, e cosi è stato....non stupisce, è un libro sul quale gia sai, storia, percorso e fine...però a volte colpisce, alcune parti sono particolari, ti fanno riflettere per un pò...e per questo merita alcuni punti , il linguaggio mi è piaciuto molto, ti fa entrare nel corpo del protagonista, ti rende partecipe del libro...ed è anche molto divertente...spesso fa ridere...per il resto....è sufficiente!

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Di Tutto!
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Opinione inserita da Davide    08 Novembre, 2011

Un romanzo moderno, profondo ma piacevole.

Questo è un romanzo particolare.
Posso dire che a tratti mi sembrava la continua lana di un ragazzino di 15 anni, ma tutto questo si scontra a metà del libro con la dra realtà della vita.
Il sono si infrange davanti alla realtà tormentata della vita.
Questo "colpo di coda" assicura un "secondo tempo" più maturo, il processo di crescita interiore del personaggio si scontra l'orrore per il vero, la paura per il destino oscuro, anzi, bianco.
Ma di certo D'Avenia ci insegna che il processo per realizzare i propri sogni non è facile, nè semplice, richiede rande forza di volontà, amore e, in particolare, grande coraggio!

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A Tutti, in particolare a chi ama il cinema francese :)
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SaraDuranTini Opinione inserita da SaraDuranTini    21 Settembre, 2011
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Controverso

Si possono dire tante cose del romanzo di Alessandro D'Avenia, Bianca come il latte rossa come il sangue, edito da Mondadori, per esempio che è giudicato da molti un libro rivolto agli adolescenti, ma nel quale possono ritrovarsi anche gli adulti. Oppure si può sottolineare il fatto che ci troviamo di fonte a delle tematiche, il primo amore e la morte, la sofferenza causata da una malattia, trattate e forse, talvolta, bistrattate.

In questo caso siamo di fronte ad un romanzo controverso nel senso che, se da un lato è visibile la volontà dell'autore di affrontare temi delicati, dall'altro ci sono parecchie fratture che inducono a pensare una modalità di raccontare che volge alla sintesi, all'immediatezza, alle sensazioni veloci e facili da afferrare soprattutto per un cuore giovane, non avvezzo alla potenzialità della letteratura.

Il romanzo racconta la storia di Leo, un ragazzo come tanti che ama la musica, non si stacca dal suo ipod, esce con gli amici, studia anche se non volentieri e critica i professori. Una delle sue ossessioni è il bianco, il bianco come colore, anzi come non-colore, che gli ricorda il vuoto, il nulla, qualcosa di sospeso, immateriale. Ed ecco che nella sua vita si fanno spazio tre personaggi che, in modo differente, avranno una qualche rilevanza per il suo futuro: Silvia, l'amica del cuore, segretamente innamorata di lui, con la quale però Leo cercherà, ignaro dei sentimenti della ragazza, di tenere un comportamento amichevole; il suo cuore infatti è per Beatrice, la ragazza dai capelli lunghi e rossi, che sprigiona quella freschezza e quell'ingenuità propria di una sedicenne, tuttavia Leo non riuscirà a svelarsi a Beatrice, cercherà di attirare la sua attenzione senza mai dichiararsi; e poi un professore, un giovane supplente di storia e filosofia che insegna ai ragazzi, attraverso le letture e le discussioni in classe, ad inseguire i propri sogni, ad avere dei progetti e quindi a credere nel futuro.

Questo professore (nel quale probabilmente possiamo ravvisare l'autore) fa breccia nel cuore di Leo. Il ragazzo infatti inizia a seguire i suoi consigli: realizzare i propri sogni, che per Leo si traduce nel conquistare il cuore di Beatrice, la ragazza dai capelli rossi.
Ritornano i giochi di colori, il bianco, il non-colore freddo, vuoto, rappresentante del nulla e dell'immateriale, e il rosso che invece evoca l'amore, la passione, il calore. E' anche un gioco di diapositive che scorrono di fronte al lettore per lasciare il posto al altre immagini.

E nel momento in cui Leo crede di essersi liberato dalla sua ossessione, il bianco appunto, ecco che il non-colore ritorna proprio in Beatrice, colpita da una tremenda malattia: la leucemia. Leo viene messo con le spalle al muro dalla vita stessa, una sola domanda sembrerebbe farsi strada in un questo viaggio che dovrebbe portare alla maturità, alla riflessione: Leo verrà risucchiato dal bianco, dal pallore che coincide con la malattia di Beatrice oppure il rosso, alla fine, trionferà?

Veloci fotografie che raccontano la malattia di Beatrice così come, forse, veloce può sembrare l'approfondimento e lo spazio che viene dato ai sentimenti di Leo nei confronti di questa tragedia. Il ragazzo infatti sembra essere più concentrato sulla rielaborazione del suo sogno mancato che non sul rapporto nei confronti della malattia di Beatrice.
Come si diceva all'inizio, il tutto potrebbe rimandare ad un modo di raccontare che rivela delle mancanze in alcuni punti dell'intreccio narrativo, anche se non ci si può sottrarre dall'evidenziare le qualità dei temi trattati.
Emerge quindi un romanzo controverso che lascia perplesso il lettore che punta l'attenzione sull'espressione contenutistica nonostante il coinvolgimento dato dalle tematiche.

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Opinione inserita da Massimo    04 Settembre, 2011

Non solo un libro per adolescenti.

Il sogno più grande per Leo è il suo amore per Beatrice ed è così potente e immenso che si convince che il suo sangue ucciderà la malattia cattiva che vuol portare via la sua amata. Il sogno però si infrange perchè la realtà segue la sua strada e Beatrice diviene la porta di accesso per Leo verso il mondo degli adulti più consapevoli ad accettare gli interrogativi che il dolore e la morte portano con sé.
A pagina 226 ci sono quattro frasi che da sole valgono le cinque stelle che ho assegnato a questo romanzo e vorrei riscriverle qui nel mio commento.

Dio, non servono più le stelle: Spegnile una a una.
Smantella il sole e imballa la luna.
Svuota l'oceano, sradica le piante.
Ormai più nulla è importante.

Quando i sentimenti sono trattati con questa intensità, con delicatezza e tanta poesia anche una persona come me che ha quarantanove anni si commuove e piange.
Complimenti all'autore.

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Opinione inserita da Antonina    31 Agosto, 2011

Questa storia l'ho vissuta con i miei occhi

La mia ragazzina, come il personaggio del libro, un adolescente al suo primo amore che vede morire in solo 15 giorni in un letto di ospedale per un cancro a soli 19 anni... i suoi sogni si infrangono, resta la sua disperazione ed io che 2 anni prima della tragedia ero stata colpita dalla stessa malattia e l'avevo superata... mi sentivo persa... ero vissuta... per vedere questo strazio... sono passati 2 anni... lei è fantastica... piena sempre di interessi e poi è bravissima a scuola eccellente dicono... malgrado la lotta continua in ospedale per il ritorno di una sindrome... che aveva avuto fino ad 11 anni e poi piano piano si era allontanata... la Sindrome del vomito ciclico... tornata per gli avvenimenti drastici... mi sono soffermata su questa pagina... e ho letto un dolore che mi apparteneva... ho voluto lasciare una testimonianza.

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Opinione inserita da benedetta    29 Agosto, 2011

una freccia diretta al cuore

semplicemente straordinario. all'inizio sono stata quasi costretta a prenderlo dal mio professore di lettere che mi riempiva la testa con questo d'avenia, ma poi 1, 2, 10, 50, 100 pagine non riuscivo più a staccarmi dal libro... l'ho letto in 2 ore, forse le più significative di queste vacanze... e poi l'ho riletto in seguito altre due volte quando avevo bisogno di una mano da leo... troppo bello, intrigante, diretto, "in"... altri 1000 di questi libri Alessandro... sono stata anche a una sua conferenza al Cavanis a sentire lui che spiegava con quella semplicità di un ragazzo, diretto, senza problemi e paura di "far piangere", mi faceva venire i brividi.
Io vivevo il libro, a differenza di leggerlo; speravo, sognavo, piangevo, sussultavo, m'irrigidivo, ridevo, avevo paura... paura del bianco, del nulla! è stato il miglior libro che ho letto, incredibile, come un libro possa cambiarti la vita! grazie sognatore e grazie anche per la dedica che spero mi porterà tanta fortuna e... tanti sogni avverati! non hai idea di come mi ha fatto piacere, mi ha aiutato e mi aiuterà questo libro... perchè ho 13 anni e lo userò come un'enciclopedia!

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penultima lucertola a destra di don marco pozza
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manu chan Opinione inserita da manu chan    16 Agosto, 2011
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Peccato per il camaleonte...

Il libro che mi ha stregato appena letto, ora è diventato per me un po' come la saga di Twilight: appena commercializzata ben bene ha perso l'interesse che aveva suscitato ai primi tempi dalla sfornata. Leo è un ragazzo che può senza dubbio rappresentare i dubbi e le convinzioni degli adolescenti come me. L'amore per una ragazza che soffre di leucemia lo migliora dentro, lo fortifica nel rapporto con lei e con il mondo che gli sta attorno e l'amica di sempre per lui rimarrà quasi sempre tale (fino agli ultimi colpi di scena), anche lei cerca qualcosa di più che un intenso rapporto di amicizia. Il professore, per quanto possa sembrare vero, non lo è. Sarebbe un sogno avere un prof per amico, e forse non tanto buono, perché una cosa è un professore e un'altra è l'amico. La fine è abbastanza prevedibile vista la malattia di Beatrice e data l'assenza di una pozione magica inventata dal camaleonte di turno per guarirla. Il mondo dei giovani è visto sicuramente con positività, sebbene i protagonisti siano troppo "dentro" per dare al lettore uno sguardo obiettivo. Un libro che va bene per le ragazze che come me, l'hanno letto a 12 anni (con tutto il rispetto di questa età).

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Lida Opinione inserita da Lida    05 Agosto, 2011
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Indifferente

La trama è molto semplice e prevedibile e lo stile non si distingue da quello di tanti altri. Mi ricorda un pò la scrittura di Fabio Volo: qualche bella frase quà e là ma poco contenuto reale e una scrittura che lascia desiderare. Molti dicono che è un libro da adolescenti ma io, che adesso ho diciotto anni e conseguentemente il ricordo di quegli anni è fresco nella mia memoria, vorrei fare presente che non è che gli adolescenti sappiano apprezzare solo questi romanzi leggeri dalle trame banali e niente più, anzi. Per il resto niente di speciale. Un libro che potrebbe essere stato scritto da molti e che non consiglierei se non come lettura breve e leggera (la malattia della ragazza amata dal protagonista viene presentata in maniera molto lieve quasi inesistente) quando ci si vuole rilassare un pò. Ci sono belle frasi da segnare ma sono come oasi nel deserto. A mio parere la fama di cui gode il libro è, come in tanti casi, ingannevole.

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il_caimano Opinione inserita da il_caimano    24 Mag, 2011
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INCREDIBILE (che qualcuno lo abbia pubblicato)

Perdonate il mio giudizio drastico: rispetto il lavoro ed i gusti di ciascuno, ma davvero non credo negli ultimi anni di aver letto un libro così melenso, loffio, improbabile, assolutamente lontano dalla verità di una fase esistenziale difficile quale è l'adolescenza come questo "bianco come il latte...".
Aldilà del gioco del titolo (che io oltretutto non condivido), ho cercato dell'altro e non ho trovato alcunchè: personaggi accettati, un amore impossibile, il dolore come momento di crescita esistenziale, un rapporto difficile con i genitori e con gli altri a significare le difficoltà dei sedici anni. Shake all the rest....
Salvo una certa abilità (ma neanche troppa) nel raccontare le vicende ed appassionare il lettore, ma quando leggo gli intermezzi tra il protagonista di volta in volta con il padre, con la madre della sua adorata, e con la sua amica Silvia mi viene da urlare per le banalità vendute come verità esistenziali condite con un occhio generazionale che è superato da quel dì. Moccia era na spanna sopra....almeno quello era davvero intrigante!

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Greta Opinione inserita da Greta    18 Aprile, 2011
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Improbabile

Ho adorato questo libro. Dire che l'ho letto tutto d'un fiato può sembrarvi banale: infatti nel mio caso non rappresenta la realtà. Grazie alla mia esperienza nel campo, posso affermare che un libro inghiottito con gli occhi in poche ore non viene adeguatamente apprezzato: sono inoltre, quindi convinta che un romanzo debba essere pregustato e masticato, per fare in modo di gustarselo in tutte le sue sfumature. Avete capito il senso? Preferisco leggere in più giorni e accorgermi di particolari rilevanti, piuttosto che non notarli leggendo in meno tempo.
Così, io mi sono comportata.
Lo stile espressivo del d'Avenia mi è piaciuto particolarmente: si è adattato a un gergo tipico di noi adolescenti, favorendo la leggibilità e la piacevolezza del libro. L'autore ha fatto del suo meglio, e il risultato è stato ineguagliabile, ma non ho potuto fare a meno di notare che ha messo in bocca a personaggi qualunque frasi filosofiche assolutamente improbabili! Questo è stato un particolare piuttosto rilevante che, a mio parere, ha reso un po' noiose le pagine del romanzo.
Per il resto (contenuto e piacevolezza) non ho niente da dire: infatti do loro un certamente meritato 5/5!

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Lo consiglio soprattutto a chi desidera ottenere risposte riguardo le crisi adolescenziali e i vari problemi consueti in questo specifico periodo della vita.
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Fermìn90 Opinione inserita da Fermìn90    14 Febbraio, 2011
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I colori della vita

Devo essere sincero , i primi capitoli di questo libro non mi avevano per nulla entusiasmato. Si parlava di un ragazzo e della sua vita, fatta di motorino, scuola , calcio , musica … ma soprattutto di un amore quasi Platonico per una ragazza (una certa Beatrice, ma quale citazione dotta!). Il tutto raccontato direttamente dal protagonista con un linguaggio, tipico dei giovani di oggi, fatto di frasi brevi, spigolose, non tanto connesse tra loro. Una sorta di flusso di coscienza che risultava parecchio fastidioso. Ma il romanzo è un romanzo di formazione e così cambia insieme al suo protagonista. Leo è dovuto crescere velocemente , imparare che nella vita i sogni vanno protetti strenuamente contro le avversità della vita, ha dovuto rivedere i suoi rapporti con gli altri e le priorità della sua esistenza. Fino al tragico epilogo , che rappresenta la sua completa maturazione; e così nel corso dell’opera si evolve anche il linguaggio: si fa più maturo , consapevole, fortemente introspettivo.
Il resoconto di un cambiamento , raccontato con una delicatezza e una semplicità disarmante , ma che ci fa comprendere alla fine come le cose che vale la pena ricordare siano quelle raccontate con il rosso, nelle pagine bianchissime della vita.
Non sempre i libri si possono giudicare dalle prime pagine e a volte ricredersi rispetto ad una valutazione troppo affrettata è meraviglioso.

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Consigliato agli adolescenti e ai più maturi, perchè in fondo tutti siamo accumunati dal bianco e dal rosso della vita.
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rondinella Opinione inserita da rondinella    12 Febbraio, 2011
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Oltre le righe..

Il mio consiglio è di vedere oltre le righe, qualcosa che tutti notano, ma passano, più interessati alla classica/ripetuta/assurda storia rosa del libro.
Leo vuole crescere; Leo si "innamora" di una ragazza che non conosce e che all'inizio nemmeno gli parla; Leo verrà messo a confronto con una realtà che non è affatto quella comoda e agiata in cui si trova. E si fa delle domande, domande che si fanno gli adolescenti quando iniziano a maturare, domande sull'amore, sull'amicizia, sulla scuola, sulle ingiustizie della vita, sul valore che la vita stessa ha. Ed è qui che bisogna guardare e capire, cosa c'è nella testa di un ragazzo comune, e cosa succede quando viene messo per la prima volta a confronto con la cruda realtà. Non è un "modello standard"; è un romanzo, che però ci invita a riflettere sui alcuni temi che cercano fortemente chiarimenti nel primo periodo della nostra vita.
E' scritto in modo fluido e scorrevole, moderno e semplice; si legge tutto d'un fiato.

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    05 Dicembre, 2010
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Storia di Leukos e Aima

Questa è la storia di Leo, 16 anni , prima Liceo segni particolari: Bianco.
Questa è la storia di Beatrice, 16 anni, prima Liceo segni particolari: Rossa.
Questa è la storia di due colori:
il bianco (leukos in greco): il colore del nulla,della sconfitta, della resa.
e del rosso (aima in greco): il colore del sangue, della forza, della vita.
Se mettete insieme, il bianco e il rosso, il leukos e l’aima viene fuori
LEUCEMIA: questa è la storia di una combinazione di colori molto particolare.
Questa è la storia di un bambino poverissimo che sognava di partecipare alla più bella festa in maschera ma non poteva. Vedeva passare gli amici con abiti sgargianti e lui non poteva. La madre lo guardò, sentì la tristezza riempirle il cuore, raccattò nella piccola casa tutti i pezzi di stoffa che non servivano e cucì tutta la notte. Il mattino dopo offrì al figlio un vestito fatto di mille colori e disse: “Ora puoi andare Arlecchino.”
Arlecchino partecipò al Carnevale e il bambino più povero fù il più ammirato.
In fondo la vita non fa altro che ritagliarti un vestito multicolore addosso, fatto di notti bianche, giornate nere, grigie,azzurre,rosse,dorate; tanti svariati pezzi di stoffa quanti sono e saranno i tuoi anni
e proprio quando ti sentirai il più povero, il più inutile, il più “bianco” ti accorgerai che la vita ti sta cucendo addosso il vestito più bello.


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Libri per adolescenti
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betti Opinione inserita da betti    17 Ottobre, 2010
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bianco ... rosso

bianco: il nulla sconfinato, la tristezza, la malinconia; rosso: la passione, l'amore, il sangue .... qualsiasi cosa che ti fa battere il cuore. Leo, ragazzo sedicenne, compara la vita con i colori, cerca di capirla nella sua durezza. Leo vede tutto bianco ,ma il rosso dei capelli di Beatrice lo attrae,lei però diventa sempre meno raggiungibile: nel suo sangue prevale il bianco del male. grazie ai suggerimenti del prof. sognatore riuscirà ad accettare le cattiverie delle vita trasformandoli in attimi da vivere nella sua pienezza. riuscirà a confessare il suo amore per Beatrice, la aiuterà a sopportare la sofferenza della malattia, scoprirà se stesso attraverso le righe di pace che lei scrive a Dio. E' un libro che ti tocca il cuore.

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Ivan21 Opinione inserita da Ivan21    18 Settembre, 2010
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Un percorso dentro l'anima

Il percorso di un adolescente alla ricerca di se stesso rappresenta la chiave di lettura dell’affascinante romanzo di D’Avenia. Operando un transfert completo, egli s’immedesima nella psicologia dei giovani; sembra proprio il diario scritto da un ragazzo, con il linguaggio tipico, la fuga nel virtuale, le ossessioni, le corse frenetiche. Ma in realtà c’è qualcosa di più: Leo ad un certo punto si arresta e si pone delle domande sul suo modo di essere, sui rapporti, sull’amore, l’amicizia. E così, attraverso un indagine profonda, si rivela, si scopre, capisce che non si può stare rinchiusi nella propria cappa, che sa di niente. Bisogna andare oltre e cogliere i valori essenziali, che danno un senso alle proprie giornate, individuando ciò per cui vale la pena di esistere. E cosa c’è di più bello dell’amicizia, che ti consente di donare gratuitamente, senza aspettarti nulla? E di più grandioso dell’amore, che ti avvolge con la spinta verso l’infinito di luce? E proprio qui s’innesta la diversificazione operata da D’Avenia tra il bianco e il rosso: il “bianco” è l’apatia, l’assenza, il vuoto: il “rosso” invece rappresenta la passione, la voglia di vivere, di sentirsi unici, protagonisti di un romanzo singolare, che è la propria esistenza. In fondo tutti quanti, non solo i giovani, si dibattono tra questi due poli, incapaci a volte di cancellare l’anonimato e il grigiore della banalità espressa nel”bianco”. Per Leo arriva l’amore che travolge, l’amicizia pura e la guida di un professore saggio: il Sognatore. I giovani avrebbero bisogno di una vera guida, di un maestro, che li aiuti nel difficile percorso della vita, aiutandoli a smuovere gli ostacoli paralizzanti. L’insegnante dovrebbe essere un novello Socrate, che con l’arte di una nuova maieutica permetta ai giovani di annullare gli echi fallaci della società massificata e senza cuore, facendo emergere dall’anima ciò che essi veramente sono, le potenzialità inespresse. Mi piacerebbe sentire un professore che, come D’Avenia, scenda dalla cattedra, si avvii con i giovani sulla loro strada, dicendo loro:”Leggendo tra le pieghe del cuore, potete diventare quello che neanche voi immaginate”. In definitiva il successo del romanzo di D’Avenia non è casuale, trova la sua motivazione nel proporre contenuti e valori di grande spessore formativo. E di questo alimento noi tutti ne abbiamo un bisogno infinito…..

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exeter64 Opinione inserita da exeter64    31 Agosto, 2010
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Semplice ma profondo.

Mi sono accostato a questo libro perchè mi hanno incuriosito alcune cose. In primo luogo sono un insegnante di una scuola superiore, poi ho un figlio che si chiama proprio Leonardo che ha ancora 8 anni, ma che presto si affaccerà all'adolescenza, infine, prima di acquistarlo, in libreria ne avevo letto qualche pagina e mi sembrava scorrevole. Devo dire che nel complesso sono rimasto colpito positivamente da un'opera prima di un autore piuttosto giovane, ma che offre molti spunti di riflessione acuti e maturi sul mondo degli adolescenti. A volte si lascia andare a qualche frase "ad effetto", poetica ma forse un pò troppo ricercata, ma i temi affrontati, i personaggi e le situazioni sono sicuramente ben costruiti. Lo trovo un libro perfetto soprattutto per tutti quegli adolescenti che non amano leggere ma che probabilmente si ritroverebbero in molte delle vicissitudini di questo libro e che quindi potrebbero comprendere che con i libri ci si arricchisce e non si perde tempo inutilmente. Credo sarebbe stupendo che molti ragazzi apprendano che una buona lettura ti regala emozioni e spunti di riflessione che difficilmente si possono trovare altrove se non nel dialogo e nel confronto con un'altra persona.

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fioredimarte Opinione inserita da fioredimarte    10 Agosto, 2010
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Leggero come il periodo più pesante della vita: l'

Si, è piacevole. scorre in fretta e ci sono tante frasi che ci si cuciono addosso. sono un genitore che ha preso in prestito il libro alla figlia che ha "dovuto" leggerlo per la scuola. lei l'ha trovato troppo esagerato nelle esternazioni o pensieri del protagonista. io l'ho trovato invece più aderente alla realtà dei veri pensieri dei ragazzi, tanto spacconi fuori, tanto idealisti dentro (e mai parlare di questi sentimenti e sensazioni ai coetanei: meglio sempre scrivere tutto in un luogo segreto, vuoi che sia dell'anima, vuoi che sia un ammasso di fogli bianchi o a quadretti).
ho visto nero su bianco alcuni errori che faccio, alcune frasi che odiavo tanto quando me le dicevano i "vecchi", alcune riflessioni cui proprio non avevo pensato. e mi ha intenerito il fatto che anche noi matusa abbiamo avuto sentimenti uguali, e il parlarne coi nostri figli fa di noi esseri alquanto fuori e dentro nel tempo.
piacevole, come ho scritto. scorrevole, scritto in modo estremamente essenziale ma con effetto.

buona la prima.

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troppa roba "pesante" negli ultimi tempi...
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*Chant° Opinione inserita da *Chant°    09 Agosto, 2010
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Essenziale

Questo libro mi è stato regalato...in meno di due giorni l'avevo già finto, ma non finirò maidi ringraziare la persona che me lo ha regalato...mi ha davvero cambiato!!
Ho 18 e frequento il liceo classico, come il protagonista...Ero un po' scettica nel leggere questo libro, convinta si trattasse di un romanzo stile "Moccia". Invece no. Sono rimasta piacevolmente sorpresa; E'una lettura molto scorrevole, a tratti telegrafica ma essenziale. Il lettore viene stimolato a porsi le domande giuste, le domande essenziali della vita, quelle che tutti gli adolescenti, prima o poi, si pongono. E' un libro che vale proprio la pena di leggere, e spero abbia un grande successo, perchè merita! L'unico "difetto"? La copertina...a me è sembrata anonima, tanto che pur passando giornate in libreria non aveva mai attirato la mia attenzione prima che me lo regalassero!!!
BUONA LETTURA A TUTTI =)

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Consigliato a chi ha voglia di fare un tuffo nel mondo degli adolescenti di oggi, quelli veri però, non quelli raccontati da "Moccia"&Co.
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Opinione inserita da Mauro    16 Mag, 2010

Un inizio bianco, una fine rossa.

Prendendo in mano questo libro per la prima volta ero molto scettico: mi è capitato di leggere libri che trattano il tema dell'adolescenza, ma non mi hanno mai convinto del tutto. Lo stesso ho pensato leggendo le prime pagine: lo stile, quasi da telegramma, non mi piaceva assolutamente,ma continuando alla lettura tutto cambia: ci si adatta al ritmo della narrazione, veloce, ma precisa, e ci si immedesima nel personaggio.
Leo, il Sognatore, Beatrice e Silvia danno profondi messaggi, validi per giovani e non.
Leo incarna la nostra ricerca di desideri, di un senso. Ci insegna che bisogna amare la vita.
In definitiva, un libro da leggere tutto d'un fiato, bianco (come indica il protagonista le cose negative) per le prime venti pagine, ma rosso (lo usa per indicare la passione) per tutto il resto.

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Opinione inserita da Valeria    19 Aprile, 2010

bello, ma può fare di meglio

L'ho comprato solo per curiosità ma devo dire che alcuni pezzi mi sono piaciuti molto, soprattutto dopo le prime sessanta pagine, che mi sono piaciute meno.
E' un libro interessante perchè parla dell'amore non in stile Moccia(dove l'amore è andare a letto col primo che passa)ma in modo vero e sentito,di quell'amore che non fa dormire e che fa desiderare tremendamente la felicità dell'altro, quell'amore che tutti vogliono provare, anche un liceale come il protagonista.
Però, avendo sentito come parla Alessandro D'avenia dal vivo sono sicurissima che può fare molto di meglio.

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Opinione inserita da angela    01 Aprile, 2010

Grazie Alessandro!

Salve Alessandro, ho letto d'un fiato il tuo libro in treno mentre tornavo da Roma. Ho avuto questa impressione: tutto si svolgeva intorno a me, sentivo i personaggi parlare e muoversi e la panchina era lì... in fondo al vagone! Mai Roma-Lecce mi era sembrata più breve.
Tantissimi complimenti a te e alla tua mamma. Senza dubbio è lei che ha "qualche" merito se noi oggi abbiamo uno scrittore così innovativo e tradizionalista allo stesso tempo. Grazie
angela colonna

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Opinione inserita da Mirko    02 Marzo, 2010

Un libro per giovani, null'altro.

Già dalle prime pagine questo libro mi è sembrato la classica storiella di ragazzini scritta con un linguaggio da giovani per i giovani. L'autore però cerca con tutti i mezzi di elevarsi a qualcosa di più aulico, da notare infatti il personaggio di Beatrice che "salva" l'animo del protagonista, novello Dante Alighieri.
Ma questi sono solo vani tentativi di rendere l'opera una lettura impegnativa ed intellettuale. Consiglio il libro a tutti i ragazzi che amano dilettarsi in opere di questo genere, tipo Moccia o Twilight. Il punto forte del libro infatti è la sua scorrevolezza e la sua facilità (l'ho letto tutto in un giorno), che lo rendono appunto un buon libro per ragazzi che vogliono passarsi il tempo in maniera differente allo stare davanti al computer. Non ho dubbi che spopolerà tra i miei coetanei.

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Moccia e tutti i libri che parlano del mondo dei ragazzi.
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Opinione inserita da Fabrizio    29 Gennaio, 2010

Molto interessante

Un libro alla Moccia si può capire. I giovani, l'amore, il rapporto con gli amici e la famiglia e via dicendo. C'è una differenza però, e credo sia proprio questa la novità: qui l'amore non è andare a letto con facilità disarmante. Qui l'amore ha la A maiuscola, che vuole dire un amore ragionato, sentito, da mal di pancia, che ti prende come quello che prende il protagonista. Ci vogliono far credere che l'amore - oggi - sia solo sesso (parola tragica), e invece leggendo il libro ci accorgiamo che noi non siamo animali come il Grande Fratello cerca di mostrarci, ma persone capaci di provare sentimenti ben più profondi ed edificanti.

Un buon libro, che consiglio a tutti. Giovani e - soprattutto - non giovani.

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Moccia, ma D'Avenia è più profondo e meno banale.
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Opinione inserita da Marco Secchi    27 Gennaio, 2010

Già il peggior esordio del nuovo millennio

Un libro tremendo. Scritto da cani. Trabocca sentimentalismo e senza senso del ridicolo vive di metafore lancinanti per la loro stucchevole mediocrità. A differenza di Moccia, dominato da una proudérie mielosa e bigotta, senza nemmeno sfiorare l'ipotesi di amore come "eros". Agàpe ce n'è parecchia, ma, appunto, senza il minimo senso del desiderio e del mistero, categorie di cui pure l'autore si riempie la bocca. Ogni personaggio secondario è un trombone dai toni profetici che mal dissimula le tensioni trombonesche di uno scrittore pur giovane, ma che vuole spiegare la vita al mondo. Un libro in cui l'ansia di predicare uccide e annienta le pochei domande esistenziali del protagonista, domande, per altro, banalizzate e umiliate da un agghiacciante, continuo ammiccamento al gergo e al mondo dei "ggiovani-con-due-ggi". Un brutto libro se mai ce n'è stato uno.

N.b. La incensante "recensione" qui sopra altro non è che la "giacca" del libro stesso: evitare di prenderla per buona.

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Moccia (senza la tensione sessuale)
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