Dettagli Recensione
Paura di volare di Erica Jong
Un libro pubblicato nel 1973, che all'epoca deve aver fatto scandalo. È la storia di una donna che, allo scoccare dei trent'anni, fa un bilancio della propria vita e dei propri mariti e amanti. Una donna appassionata e libera, che nello stesso tempo ha paura di quello che la solitudine ci porta, per cui spesso si adegua a relazioni o matrimoni fallimentari, pur di non restare sola o di non essere giudicata in modo negativo ("Anche il matrimonio poteva essere solitudine, desolazione, angoscia. Molte delle massaie felici che preparavano la colazione per il marito e i figli sognavano di scappare con un amante. Erano piene di risentimento e i loro cervelli erano immersi nelle fantasie. Il matrimonio non è il rimedio alla solitudine"). Questo anche a causa della propria religione, quella ebrea, che le ha insegnato e inculcato il senso di colpa ("Il guaio è che in fondo al cuore io sono una puritana. Tutti gli scrittori pornografici sono dei puritani", ma anche "Continuavo a trovarmi uomini per sfuggire alla mia famiglia salvo poi tornare in famiglia per sfuggire a questi uomini" e ancora "Se pensavo ai sensi di colpa del tutto sproporzionati che nutrivo per i miei insignificanti peccati sessuali. Eppure c'era gente al mondo che faceva esattamente quello che voleva e non provava il minimo senso di colpa... Perché mi era toccato un super-Io così stronzo?).
Un romanzo dove si parla del femminismo e della psicanalisi, nei loro aspetti positivi e negativi ("Non è il fatto di avere figli in sé che mi sembra ingiusto, è di averli per gli uomini. Figli che prendono il loro nome. Figli che ti legano, per mezzo dell'amore, a un uomo che devi accontentare e servire, pena l'abbandono" e ancora "Le virtù borghesi del matrimonio, dell'equilibrio e del dovere prima del piacere non mi avevano mai soddisfatto. Ero troppo curiosa e desiderosa di avventure per non scalpitare davanti a tutte quelle restrizioni").
Divertente la rivendicazione della "scopata senza cerniera", che ha come caratteristiche principali il fatto di non dover conoscere l'uomo di turno, la brevità del contatto, il fatto di essere liberi da rimorsi e sensi di colpa, perché non si deve razionalizzare l'avvenimento, né parlarne, ma solo viverlo ("La scopata senza cerniera non ha motivazioni recondite, non ci sono giochi di potere. Nessuno sta cercando di provare qualcosa o di ottenere qualcosa da qualcuno. Nessuno sta cercando di fare cornuto un marito o di umiliare una moglie. L'uomo non prende e la donna non dà. La scopata senza cerniera è assolutamente pura ed è più rara di un unicorno"). La protagonista parla del sesso in modo libero e disinibito, ma anche razionale ("Il sesso è tutto nella testa. Battiti del polso e secrezioni non hanno niente a che fare col sesso. È per questo che tutti i best seller sul sesso non valgono un cazzo. Insegnano alla gente a scopare con i genitali, non con la testa" e ancora "L'uomo sotto il letto non può trasformarsi nell'uomo sopra il letto. Si escludono a vicenda. Quando arriva sul letto, non è più quello che desideravi").
Lo stile è accattivante e disinvolto e il libro mi è abbastanza piaciuto. Lo consiglio.
Oltre a quelle già citate, scrivo alcune espressioni carine o rappresentative:
"Bigamia vuol dire un marito di troppo, monogamia anche";
"Libertà significa semplicemente non avere niente da perdere...";
ma soprattutto: "Quale situazione più ironica si può immaginare di quella di una donna liberata alle prese con un cazzo moscio?... Era quella la disuguaglianza fondamentale che non si poteva annullare: non che il maschio avesse una meravigliosa attrazione in più di nome pene, ma che la femmina avesse una fantastica fica a prova di bomba. Non c'era tempesta, tormenta o cataclisma che potesse metterla fuori uso. Era sempre lì, sempre pronta, sempre all'erta. Non c'è da meravigliarsi che gli uomini odino le donne. Non c'è da meravigliarsi che abbiano inventato il mito dell'inadeguatezza femminile..."
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Ciao, ti ho letto con piacere!