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Un collare per sempre
Ogni volta che incomincio a leggere un libro di questa serie, mi sembra di sentire da lontano la Reisz che inizia ad arrotare il coltellaccio sulla mola. Perché lei è sadica e crudele, più dei suoi stessi protagonisti, gode a far del male come se un giorno Soren, oltre a tutte le incredibili cose che sa fare, si improvvisasse scrittore e utilizzasse i libri per infliggere sofferenza (e frustate di carta) prima di giungere all’agognato piacere.
Se già uno aveva letto il primo libro con contorsionismi di budella per i saliscendi tra tristezza e felicità di Nora e del suo Padrone, nonché di Nora e di Wes, qui altri poveretti vengono buttati allegramente sulla graticola. Altro che gatti a nove code o croci di S. Andrea (tanto per stare in tema)!
La Reisz apparecchia il barbecue e lascia sfrigolare lentamente il “cucciolo” Michael, con cupe oscurità dentro, nonché Griffin il settimo Dominatore in linea d’importanza del club, nonché una giornalista d’assalto con ulteriori demoni alle spalle e che si è prefissa di scoprire la verità sulla strana parrocchia del Sacro Cuore. E con Nora che ci offre un gioioso campionario di dominatrice e sottomessa rigorosamente switch (ovvero sessualmente reversibile: top o bottom, kinky o vanilla, come la metti sta, e come la metti lei gode, sempre e comunque).
Su tutti aleggia il Dominatore dei dominatori, il prete in odore di nomina vescovile che sta a padre Ralph (Uccelli di Rovo, per chi era troppo giovane e non se lo ricorda….) come Pollicino cuore d’oro stava a Barblù. Lui che ti arriva sempre alle spalle con voce fredda e terribile (sic) e con una sola sillaba ed occhi di ghiaccio scatena polluzioni infinite nei suoi parrocchiani di ambo i sessi.
E se ancora ci chiedevamo come facesse a mantenere la forma fisica, ora lo sappiamo: 500 (dicesi cinquecento) flessioni quotidiane per mantenere fluide le omelie e toniche tutte le altre prestazioni.
Quasi quasi nel secondo libro la Reisz tenta addirittura il tasto “alibi compassionevole” per Soren: fustigare di brutto le persone che ama è un po’ il suo Viagra, e senza proprio non ci riesce.
Però io non sono ancora convinta. Lui che affetta la sua amata con un coltellino, tipo ama o non m’ama, resta difficile da digerire. Il sangue e sangue, il dolore è dolore, l’amore è un’altra cosa.
Certamente, questo uomo di Dio o principe delle tenebre (anche lui è molto switch e reversibile) è un personaggio che non riesci a dimenticare facilmente e che ti rimane “dentro”. Però più nel male che nel bene.
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