Dettagli Recensione
Porno, pop corn e risate.
Dunque prima di concentrarmi sulla recensione di "Gang bang", vorrei riportare una mia impressione, condivisibile o meno, in merito a Chuck Palahniuk e a tutto ciò che ruota attorno alla sua produzione.
Sì, Chuck Palahniuk sta alla letteratura come Quentin Tarantino sta al cinema: geniali, sregolati, innovativi e dissacranti, accomunati anche dalle fortune alterne di cui godono ed hanno goduto le loro produzioni letterarie o cinematografiche.
Inoltre se è vero che sia i romanzi del primo sia i film del secondo possono essere ingabbiati in un genere che vien facile definire "pulp", è altrettanto vero che da tale genere i due non riescono ad uscirne (e non cercano neppure di farlo).
Ecco che allora finiscono entrambi per cadere nel cliché.
Ecco che allora diventano lo stereotipo di se stessi.
A questo fortemente contribuiscono il pubblico e la critica, che hanno aspettative sempre più elevate e che ben sanno che pur di stupire, pur di colpire a fondo, pur di far parlare di sè (bene o male, poco importa) entrambi sono disposti a tutto anche a diventare eccessivi, strabordanti, esagerati e innaturali.
E allora a pagina 10 di "Gang Bang" ci si trova davanti a questo passaggio:
"La cosa più simile alla sensazione che si respira oggi è quando ti pulisci muovendo la mano da dietro a davanti. Sei seduto sul cesso. Senza volerlo ti spalmi la merda sul retro delle palle flacide e raggrinzite."
E a questo punto io, che non sono certo una che si scandalizza, mi chiedo: caro Palahniuk, ma tutto ciò, era proprio necessario?!
"Gang bang" sta tutto nel titolo.
Cassie Wright, attrice porno sul viale del tramonto, decide di uscire di scena col botto, facendosi filmare mentre si unisce con 600 uomini nella stessa giornata, stabilendo così un record mondiale, imbattibile.
La vicenda però è tutt'altro che incentrara sul sesso, nel senso comune del termine. Tutta la storia ruota attorno alle considerazioni di tre uomini e dell’assistente di Cassie, che pazientemente attendono il loro turno nudi nella sala d'aspetto, tra video che proiettano senza sosta i successi della pornodiva, tortillas stantie, pop corn al gusto di polistirolo e strane pasticche blu che fanno gola ai 600 mandrilloni in attesa.
E così facendoci largo tra la folla facciamo conoscenza di Mr. 72, un adolescente pruriginoso convinto di essere il figlio abbandonato di Cassie che vuole solo abbracciarla e salvarla, Mr. 137, una star tv in declino per uno scandalo sessuale e Mr.600, un vecchio partner dell’attrice in numerose pellicole. A coordinare l’intera natura maschile in tutte le sue sfaccettature, e a fare in modo che la sua assistita possa raggiungere comodamente il suo record, è Sheila, segretaria di Cassie e responsabile dell’evento, che si aggira con nonchalance tra pance più o meno flaccide, muscoli più o meno cadenti e peni più o meno eretti.
"Gang bang" è una storia che si legge con un sorriso idiota sulla faccia, non è una storia pornografica in senso stretto.
Le paranoie, le ossessioni, le paure e le ambizioni dei protagonisti altro non sono che quelle di tutti gli uomini. E lo squallido set di un film porno è solo una metafora per descrivere qualcos’altro di più ampio: un mondo grottesco, violento e perverso.
Un mondo che paurosamente e tristemente assomiglia a quello in cui viviamo.
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Commenti
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Palahniuk non è certo tra gli autori che prediligo, trovo il suo stile un po' sopra le righe...
Ho letto "Fight Club" e mi è piaciuto, "Gang bang" effettivamente è per i veri appassionati, quindi per me forse era un po' troppo.
Ho sullo scaffale, "Invisible Monsters" intonso, lo leggerò, tra un po' diciamo...
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Magari prima o poi gli concederò un'altra chance :)