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Un tuffo nella Los Angeles anni '80
Ritorno in grande stile quello di B. Ellis alla letteratura a distanza di parecchi anni, con un romanzo che conduce il lettore nella Los Angeles anni ‘80 della sua adolescenza. La metropoli californiana a modo suo diventa protagonista di una storia in cui l’autore fonde sapientemente l’elemento fiction con alcuni frammenti autobiografici del suo passato, primo fra tutti la scelta di chiamare il protagonista-narratore con il suo stesso nome, Bret, attribuendogli altresì la peculiarità di volere diventare uno scrittore.
Ecco che si viene trasportati nella vita di una serie di ragazzi appartenenti all’elite cittadina, frequentatori di una prestigiosa scuola privata, la Buckley. Ognuno dei quali dotato di auto di lusso, abituati ad organizzare ed a partecipare a sontuosi party alcolici a bordo piscina di ville altrettanto sontuose, abusando di droghe, di psico farmaci per stordirsi (e per superare l'orrore della quotidianità): “nonostante vivessimo nella teoricamente glamour Los Angeles quelli erano i sobborghi, pieni di quartieri tranquilli e alberati, di ragazzini che correvano sulle loro biciclette lungo strade deserte, di feste in piscina e grigliate all’aperto”.
Tuttavia pur essendo la L.A. dei quartieri esclusivi di Beverly Hills e Bel Air, adagiati sulle colline di Hollywood, la realtà descritta dal Bret (autore) in cui il Bret (protagonista) si muove è una zona grigia in cui oltre l’apparente facciata di spensieratezza e l’ottimismo sfrenato accompagnato dal sottofondo delle hit musicali del periodo, si nasconde una crisi esistenziale, spesso alimentata da famiglie poco presenti. Bret deve fare i conti con un momento di passaggio dall’età adolescenziale a quella matura, scoprendo la propria identità sessuale ed avendo la percezione che, per timore e per non esporsi, è preferibile nascondere la propria omosessualità e l’attrazione verso i compagni di scuola impegnandosi piuttosto in una (simulata) relazione con una delle ragazze più attraenti che conosca.
In questi dettagli e nel reticolo di relazioni amicali e amorose in cui Bret ed i suoi migliori amici si ritrovano, Ellis introduce improvvisamente gli elementi “di disturbo”, di contaminazione che ben lo contraddistinguono, visti anche nella sua opera più nota “American psyco”: l’arrivo di un nuovo affascinante compagno di scuola che sembra nascondere un passato misterioso con manifesti sintomi di disagio ed un serial killer chiamato “Il Pescatore a strascico”, che compie omicidi efferati e che in qualche modo sembra avere un collegamento proprio con il nuovo arrivato.
Come affermato dallo stesso autore, “Le schegge” è un romanzo nostalgico di un periodo storico caro a Ellis, probabilmente anche ridondante ed eccessivamente lungo, scritto però con l’intendo di sottolineare uno spaccato di società che ha fatto dell’apparenza e dell’opulenza un marchio di fabbrica ("Le nostre chance sembravano buone: eravamo giovani e vivi e forti e niente poteva farci del male, e nulla riusciva a offuscare questa percezione, questa favola riguardo al nostro posto nel mondo, e ci rifiutavamo di prendere in considerazione qualunque idea di un destino orribile o una morte atroce che avrebbero potuto strapparci dal tempio dorato dell'adolescenza in cui risiedevamo"). Una società nella quale l’abuso sfrenato di alcol, droghe e la conseguente disinibizione, nascondono un disagio evidente.
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