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Esercizio letterario o storia d'amore?
Annie Ernaux accosta in questo breve saggio autobiografico (sono appena una cinquantina di pagine) presente e passato, rivivendo una sua esperienza sentimentale con un ragazzo ben più giovane di lei. E’ un’opera del 2012, in prossimità dell’assegnazione del Premio Nobel per la letteratura all’autrice, premio che consacra comunque un’eccellenza letteraria ben meritata.
L’opera, più che un saggio, è un esercizio letterario, un’accurata rivisitazione di esperienze vissute: il rapporto della Ernaux con il giovane amante è solo, a parer mio, il racconto (forse poco coinvolgente dal punto di vista emotivo) di un rapporto erotico quasi fosse una somma di ricordi affastellati di esperienze più lontane nel tempo: sentimenti già provati, già sperimentati, rivissuti con la curiosità di riprovarli in età diversa e con un diverso coinvolgimento. Il piacere del rapporto è forse la consapevolezza del deja-vu, qualcosa che già conosci e le cui conseguenze hai già provato in epoche diverse, meno mature.
Devo confessare che il saggio non mi ha pienamente convinto: la scrittura manca di calore, è più ragionata, introspettiva, lontana dalle emozioni trasmesse negli ultimi due libri letti della Ernaux: “Una donna” del 2018 e “L’evento” del 2019.
“Il ragazzo” è una provocante e singolare esercitazione letteraria, più vicina a ricordi che a sentimenti ed emozioni.
Del resto Annie Ernaux vive per la scrittura, tanto da affermare che “ non esiste piacere superiore a quello della scrittura di un libro”.