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Un figlio
"La scrittura è un mezzo singolarmente buono per evocare i morti" (E. Trevi) .
Un libro interessante e di gradevole lettura.
Richard Ford, celebre scrittore americano, in questa breve opera di taglio autobiografico ci apre uno spiraglio sul proprio rapporto coi genitori. Quasi un paradigma di famiglia americana del 'profondo Sud', con sullo sfondo la Storia del '900.
Un testo letterario, però, con una scrittura fluente, benché non si colgano quegli spiragli di profondità che si avvertono in opere similari poniamo di M. Yourcenar o di Lalla Romano, pur senza essere tuttavia un libro superficiale oppure verboso.
Figlio di genitori tardivi, l'Io-narrante sente di essere "cresciuto pensando che dovevo essere più vecchio, e che 'ero' più vecchio. C'era stata così tanta vita importante 'prima' di me".
Un 'prima' costituito dal ventennio di vita coniugale spensierato. La nascita del figlio cambiò tutto; egli divenne il perno di una vita familiare più completa. Un periodo felice, almeno dal punto di vista del proprio vissuto.
La morte prematura del padre cambia ancora le cose, ma la vita deve pur continuare. "Potevamo voltarci indietro, e ci sarebbe parso di essere ancora abbastanza vivi, nonostante tutto".
"Quasi tutto se ne va, tranne l'amore" .
Indicazioni utili
letteratura americana
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