Dettagli Recensione
Autobiografia universale
Molte volte ho pensato che fissare con le parole le emozioni, mentre le si stanno vivendo, soprattutto in corrispondenza di eventi molto importanti nella mia vita, fosse un’operazione quasi necessaria per cristallizzare il ricordo; quando poi a distanza di anni ho riletto ciò che avevo scritto, soprattutto quando è mancata una vera elaborazione degli accadimenti e la maturità successiva mi faceva risultare imbarazzante la mia io scrivente, ho smesso di farlo e di pensarlo. E ora, dopo aver letto questo incantevole scritto, mi consolo del mio limite e della mia superbia e mi indispettisco con la mia propensione a cancellare il ricordo o forse a educorarlo, scoprendo in fondo di non possederlo affatto. E ammiro la forza di questa scrittrice che è riuscita a mettersi così a nudo, ma con delicatezza, senza ferirsi, accettandosi e donando a noi lettori una storia particolare che viaggia sugli stessi binari noti a tutte, perchè universali, del rapporto madre/figlia. Annie Ernaux, recentemente insignita del Premio Nobel per la letteratura, in questo scritto autobiografico, compendia perfettamente la dimensione del ricordo del periodo del primissimo lutto, vissuto in seguito alla morte della mamma, intercalandolo con una dimensione del ricordo molto più profonda, quella del vivere quotidiano, dei piccoli momenti routinari che inanellati formano, senza che ne siamo perfettamente consapevoli, un rapporto così importante, decidendone in fondo la qualità. Alla morte dei genitori, presumo e mi attendo che tutto tornerà alla mente a chiedere il saldo, che la comprensione di ciò che è accaduto - nel bene e nel male - troverà una sua naturale sistemazione nella formazione-ultimazione del mio processo identitario e che cercherò di farne tesoro per affrontare il ribaltamento dei ruoli, quello del genitore anziano che ha bisogno del figlio. Lo scritto, come si legge, e chiedo scusa per questo, ha oltre a un forte potere pacificatore, quello di far riflettere su se stessi, lo consiglio dunque a tutti, in particolar modo alle donne per il fatto che qui il binomio scandagliato è quello mamma/figlia.
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Commenti
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La considero un pò come la NEMIROVSKY, bella penna interessante davvero, ma non a livello dei grandi autori dell'epoca pressappoco (Musil, Joyce, Kafka...). Ma ci sta, è la storia dei Premi Nobel.
La tua recensione è sempre attenta e invoglia alla lettura! Grazie
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Lo leggerò quanto prima