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Una madre, donna speciale
Annie Ernaux, Premio Nobel per la letteratura 2022, nel 2018 scrive un romanzo epico di grande forza narrativa, intitolato Una donna, oggi edito dalla casa editrice L’Orma.
La storia è, all’apparenza, semplice. Una donna è il ritratto senonchè il vissuto personale di una “donna speciale”, la madre dell’autrice stessa. Di lei, piano piano, apprendiamo ogni singolo momento di vita. Dall’infanzia povera, caratterizzata da pesanti sacrifici:
“L’infanzia di mia madre è pressappoco questa: un appetito mai sazio”,
alla sua giovinezza:
“La giovinezza di mia madre è stata in parte questo: un tentativo di sfuggire al destino più probabile, di certo la miseria, forse l’alcol.”,
Al matrimonio, al suo lavoro come operaia e al conseguente riscatto divenendo una commerciante,
“il che significa che apparteneva in primo luogo a “chi ci dava da vivere”, i clienti”;
fino alla malattia, la caduta nella fossa dei serpenti, più buia ed oscura.
Da un incipit lapidario, prodromo dell’intera narrazione:
“Mia madre è morta lunedì 7 aprile nella casa di riposo, dove l’avevo portata due anni fa”,
si dipana la storia di vita di una donna speciale, sia per chi legge, che per chi scrive, testimone muta ed inconsapevole di un tempo altro, descritto con minuzia. La forza urlante dell’autrice è proprio questa: con poche, ferme e precise, parole si racconta una vicenda, che urla prepotentemente, un lessico che colpisce. Una commistione di Storia ed affetto, che terminano, mute e rassegnate, in un dolore che sconvolge. Una lettura epica e profonda.
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