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A Hollywood chicken, amore e glamour
lieve spoiler
Un romanzo autobiografico molto particolare, scritto con un linguaggio schietto e diretto che non tralascia nulla, quasi un diario in cui il protagonista Henry descrive le sue giovanili avventure a Hollywood dove il glamour è d’obbligo e dove si ritrova diciassettenne, senza un soldo e senza sapere dove andare. Forse ancora ingenuo, subisce violenza appena arrivato, razzola tra i bidoni in cerca di cibo, conosce allora Sunny che lo mette a friggere polli, per poi fargli fare il ‘pollastro’ cioè il prostituto che dotato di cercapersone attivo a tutte le ore, chiede 100 dollari e mancia. Il protagonista diventerà specializzato nel far contente donne ricche, spesso tristi, sole, a volte patetiche, casi complessi psicologicamente, femmine mature americane non appetibili, persone che cercano di placare i loro istinti e desideri, i più strani, inimmaginabili. Il lettore si trova davanti ad un humus sociale distorto, uno spaccato di vita dove emergono le pulsioni sotterranee più impensabili; dalle persone importanti socialmente, caratterizzate da singolari fantasie erotiche, a feste mascherate con orgia annessa, fino alla ricerca spirituale di amplessi e orgasmi lunghissimi. Il protagonista però non giudica mai le sue clienti, neppure quando è costretto a fare le pulizie, lucidare sul pulito, vestito da cameriera, grembiule e nient’altro, in una casa linda fino all’eccesso, mentre le sue due clienti si scambiano effusioni. Straziante e descritta con lucido oggettivo realismo, la scena della madre che costringe il protagonista a indossare i vestiti del figlio morto.
Henry ha frequentato il collegio di suore del cuore immacolato, il contrasto con il suo attuale lavoro è forte, come tutti i contrasti presenti in questo libro (basta leggere l’ironico e veritiero indice!), ha studiato esistenzialismo e legge Camus; la sua nuova famiglia adesso è a casa del capo, il magnaccia, si tratta di un gruppo di simpatici personaggi sicuramente fuori dalle righe, qui emergono dialoghi, battute, barzellette, allegria.
La storia di Henry è un memoir che oscilla dall’ironia, all’atroce al drammatico, un pasticcio di sentimenti anche contrapposti, felicemente e liberamente amalgamati; il protagonista vede e subisce di tutto ma non si piange mai addosso, lucido, con il suo abbigliamento da professionista marchettaro, pensa al meritato guadagno.
Alle vicende del pollastro si alternano pensieri di quando era bambino, un padre risposato e una madre che si innamora di una donna e tantissimi ricordi, dalle sofferenze alle dolcezze; in questa parte il linguaggio diventa più delicato e il prostituto si lascia andare, navigando nel suo passato.
L’autore attraverso la sua scrittura lucida riesce ad accostare parole di ambiti, realtà e mondi completamente diversi; eccellenti le descrizioni che toccano tutti i sensi, dal visivo ai peggiori odori nauseabondi, alternate ad aneddoti divertenti, teneri ricordi, sensazioni e riflessioni intime e acute.
Nel finale, dopo una terribile notizia, Henry mostra indifferenza e decide di lavorare ugualmente; un caos di sensazioni porteranno il protagonista a gesti di estrema ribellione; lo scrittore eccelle, cambiando completamente tono, in una scena rabbiosa, inaspettata, estrema e quasi teatrale come se le tensioni accumulate in quel memorabile anno esplodessero in un irrefrenabile crescendo, fino ad eliminare i freni inibitori. Il giovane ormai stanco di quel mondo vizioso portato all’estremo, ha concluso la sua esperienza, si è formato, è pronto a voltare pagina. Il lettore stesso condividendo le coinvolgenti vicende del pollastro, vive un percorso di formazione, venendo a conoscenza di un mondo sconosciuto, sotterraneo, inimmaginabile ma reale.
Un libro che lascia il segno, movimentato, divertente ma atroce nello stesso tempo, soprattutto una storia vera, lo scrittore David Henry Sterry per un anno della sua vita ha effettivamente praticato il marchettaro a questi livelli di eccellenze.