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Hamsun autobiografico
Per i critici si tratta di un capolavoro. Per me 'soltanto' un libro decisamente buono.
E' un'opera autobiografica, molto personale, scritta dal Nobel norvegese durante la vecchiaia, nel secondo dopoguerra, in attesa della conclusione del processo per il suo appoggio al nazismo.
(Colgo l'occasione per segnalare l'interessante e bel libro che lo svedese Enquist ha pubblicato sulla questione : "Processo a Hamsun").
Vediamo il vecchio scrittore, ormai sordo, vagare da una clinica a un ospizio prima di ottenere il permesso per tornare a casa. "E' stato un lungo, lungo sradicamento" .
Hamsun pare qui rassegnato; desidera il processo e si ritiene esente da colpe gravi. E, come nei suoi romanzi, la natura, in qualsiasi stagione, risulta per lui una sicura fonte di consolazione : "Il clima è aspro e il vento quasi sempre freddo. Però siamo vicini agli alberi e al bosco (...). Oh, il mondo è bello anche qui e dovremmo essere molto riconoscenti per il fatto di viverci".
La mente vaga talvolta in lontani ricordi; la solitudine favorisce il recupero del 'tempo perduto' .
E' dentro di sé che attinge le risorse : "Oh, l'infinitamente piccolo dentro all'infinitamente grande di questo mondo straordinario: di nuovo sono contento di esistere" .
Nonostante gli errori commessi con una certa dose d'ingenuità, non solo emerge la grandezza dello scrittore, ma si delinea anche la lievità di un uomo al cospetto delle problematiche esistenziali che si acuiscono nell'estrema vecchiaia : "... non è forse che siamo qui per aspettare la morte?" .
"... è ben certo che dobbiamo morire, ma non subito, dice Sant'Agostino" .
Indicazioni utili
testi autobiografici
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Non conosci quindi Hamsun amante della natura. A questo proposito mi è molto piaciuto "Pan" .
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