Dettagli Recensione
Dolorosamente reale
Solomon Northup è un afroamericano come tanti, marito e padre di famiglia appassionato di musica; una vita semplice che procede serenamente fino a quando due sconosciuti riescono ad avvicinarlo proponendogli un ingaggio come musicista. Solomon viene drogato e la mattina successiva si risveglia in catene. Inizia così la sua disavventura. Viene trascinato al mercato degli schiavi e minacciato di morte qualora avesse rivelato la sua condizione di uomo libero. E’ così che Solomon lascia il posto al Plett, uno schiavo privato di ogni diritto persino quello di avere un passato. Paura e speranza si alternano come anelli di una catena, la stessa che imprigiona polsi e caviglie di miliardi di uomini come lui. Una storia tragicamente assurda eppure dolorosamente reale. Solomon ci rende partecipi di questa ingiustizia e attraverso il suo sguardo assistiamo a una delle più grandi iniquità che gli uomini stessi hanno inflitto ai loro simili. Il dolore di partecipare impotenti alla sofferenza dei propri compagni di sventura, la disperazione di non vedere davanti a se alcun futuro, l’angoscia di sentire una donna supplicare perché le venga tolta la vita. Questa è forse umanità? Giudicate voi e chiedetevi se ci sia un limite alla crudeltà. Se la libertà e la dignità di un nostro fratello possa essere talmente insignificante e precaria da essere sminuita e dismessa come un vecchio abito. Schiavitù e libertà si alternano e si intrecciano e ci ricordano che tutto ciò che per noi ora appare scontato e dovuto è in realtà il frutto delle lotte e della sofferenza di uomini coraggiosi come Solomon. In uno scenario così desolante essere padroni di noi stessi è il dono più grande che possiamo vantare di aver ricevuto.