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La via del bosco
 
La via del bosco 2020-01-25 16:23:29 archeomari
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
archeomari Opinione inserita da archeomari    25 Gennaio, 2020
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Una cura contro il dolore della perdita

Stavolta propongo un libro veramente particolare, uno dei più amati tra quelli editi recentemente dalla casa editrice Iperborea, specializzata in letteratura nordica.
“La via del bosco” dell’antropologa di origine malese Long LITT Woon, trapiantata in Norvegia per amore, per seguire il marito Eiolf.
È un libro autobiografico che narra di come l’autrice sia riuscita a riprendersi dalla perdita anzi tempo del marito, che un bel mattino va a lavoro e, colpito da un malore improvviso e letale, non torna più a casa.

“Ci vuole tempo per concludere una vita”, la strada dell’elaborazione del lutto è lunga e faticosa e i risultati non sono sempre scontati, la disperazione è dietro l’angolo.
“Smarrimento e follia si danno il cambio a tale velocità da confondersi in una specie di poltiglia grigia. La valle dello sconforto è arida e brulla. La strada che si apriva davanti a me non conosceva pietà. C’era un punto di arrivo, in fondo? I cartelli erano oscuri. Il sole picchiava a piena forza e il mio fardello pesava come piombo. Il lutto è insostenibile”.

Eppure, ad un certo punto, arriva la salvezza, la cura: un corso di micologia e passeggiate nel bosco alla ricerca di funghi. Nel bosco il rimedio ai mali, nei percorsi nell’andata per funghi i percorsi interiori.

Il libro è curato anche nella veste grafica, come tutti quelli editi da Iperborea, ma stavolta sia nella versione digitale (che ho letto) sia in quella cartacea, sono presenti due colori diversi dei font per caratterizzare due fili narrativi intrecciati: il verde per le parti in cui l’autrice parla del lutto, della sua elaborazione, della sua vita senza il marito Eiolf e il carattere standard nero per i passaggi narrativi relativi all’esperienza nel campo della micologia. All’interno dei vari capitoli vi sono illustrazioni tipiche degli erbari, con la raffigurazione dei vari funghi, la specie e la famiglia di appartenenza.
Un libro dove il romanzo, lineare, con qualche flash back nei caratteri verde, narrato in prima persona, si intreccia con nozioni scientifiche, mai dispensate con spirito accademico, ma con squisita semplicità. Interessante, lo consiglio vivamente, scoprirete un curioso mondo, quello dei funghi, da quelli mangerecci a quelli velenosi, i modi in cui cucinarli (ma non è un ricettario), le regole sociali all’interno dei fungaioli, la loro discrezione, la loro passione che smuove anche le gambe degli anziani artritici.
Ho trovato veramente interessante la parte tossicologica, quella riservata ai veleni ed ai funghetti allucinogeni, in Norvegia (e non solo) alternative ‘salutari’ all’LDS, quella relativa alla denominazione diversa nei vari Stati ed anche e soprattutto la parte in cui si parla del potere dell’olfatto, uno dei sensi più potenti che possediamo e che andrebbe allenato.
Libro che è doveroso consigliarvi!

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Commenti

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Lontano dai miei gusti, però curiosissimo. Bella segnalazione ;)
La tua opinione mi rincuora : appena qualche giorno fa ho preso in prestito questo libro, su cui avevo posato l'interesse fin dalla sua pubblicazione.
Grazie Dany ed Emilio.
È un libro godibilissimo e molto interessante. Credevo fosse “pesante”per via della tematica del lutto e del suo dolore, invece no. E si legge in poco tempo, si divora.
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