Dettagli Recensione
Dolore, tra rabbia e religione.
Ho iniziato a leggere questo libro divorando le prime pagine, trovando un autore capace di descrivere il dolore come pochi, uno disposto a mettere in discussione tutto, persino Dio, per cercare di capire il perché accadano certe cose...ma da un certo punto in poi ho capito che mi stavo sbagliando, tutti i dubbi e le domande (scomode) della prima parte erano solo il pretesto per elaborare una tesi cristiana volta a confermare la volontà di Dio.
Da diario intimo e personale, bellissimo nella sua tragicità, si è trasformato in un noioso saggio religioso...e lì mi ha perso.
Lewis si sposò a cinquant'anni con una donna di nome Helen, che morì per un tumore alle ossa non molti anni dopo il matrimonio.
Queste pagine sono dedicate al dolore che la sua morte ha provocato in lui, al ricordo di lei, ma soprattutto alla religione.
La perdita della persona amata gli provoca smarrimento, paura, attesa...attesa che succeda qualcosa.
Si sente spogliato di tutto, del suo passato, e anche di tutte le cose che non hanno potuto fare insieme.
L'assenza di lei si stende sopra ogni cosa...come il cielo.
Si ritrova senza appigli se non quello della fede (lui è fortemente cristiano, grazie a Tolkien di cui era grande amico) che però sente vacillare, vivendo questa "separazione" come la volontà di un Dio cattivo, sadico...
"Mi dicono che H. ora è felice, mi dicono che è in pace.
Da dove traggono questa certezza?
? Perché è nelle mani di Dio?.
Ma se è per questo, lo era anche prima, nelle mani di Dio, e io ho visto quel che esse le hanno fatto qui."
Con il tempo questa disperazione, questa rabbia si sgonfia...e lui torna a pensare che l'unico modo per salvarsi, e continuare a vivere senza di lei, sia tornare a lodare il Cielo e lodare Dio...
Personalmente ho trovato tanto interessante la prima metà, quanto noiosa la seconda.
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