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L'educazione
 
L'educazione 2019-03-23 09:11:58 Chiara77
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Chiara77 Opinione inserita da Chiara77    23 Marzo, 2019
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La trasformazione di Tara

Tara Westover è cresciuta alle pendici di una montagna nell'Idaho: ultima di sette fratelli, ha avuto un'infanzia ed un'adolescenza molto particolari che ha voluto raccontare nel memoir che sembra un romanzo, “L'educazione”. Adesso Tara è una storica, dopo una laurea alla Brigham Young University, ha conseguito un dottorato di ricerca in Storia a Cambridge.
La sua è una vicenda sconvolgente e drammatica ma anche bellissima perché ci racconta di una persona dalla forza e dal coraggio straordinari e ci ricorda quanto l'educazione, l'istruzione e la conoscenza siano potenti ed abbiano la facoltà di risollevarci da una vita misera ed infelice. La luce della ragione che finalmente rischiara un'esistenza ottenebrata dalle false credenze, dal fanatismo religioso e dalla superstizione: Tara ha vissuto nella sua giovane vita ciò che ha caratterizzato l'evoluzione del pensiero occidentale in secoli di storia.
Cresciuta in una famiglia di mormoni integralisti, Tara non è mai andata alla scuola pubblica; lei ed i suoi fratelli non potevano andare all'ospedale, essere curati da un medico, prendere medicine, avere un certificato di nascita, mettersi la cintura di sicurezza in macchina. Erano guidati da un padre fanatico, probabilmente affetto da disturbo bipolare e da una mamma sottomessa all'autorità maschile. In questa situazione spesso pericolosa, aggravata dalla presenza di un fratello molto violento che la maltratta psicologicamente e fisicamente, Tara riesce a superare l'esame di ammissione al College ed inizia a conoscere tutto ciò che non le era mai stato spiegato durante l'infanzia e la prima adolescenza. A diciassette anni infatti, non ha mai sentito la parola “olocausto” e pensa che l'Europa sia uno stato e non un continente. Comincia a capire che probabilmente non esiste un complotto di federali che vuole uccidere tutta la sua famiglia, come pensava suo padre.
Tara non può fare altro che mettere una distanza fra se stessa e una parte della sua famiglia, è una scelta che diventa inevitabile, necessaria, ma è anche estremamente dolorosa. Ciò che forse mi ha colpito di più nella lettura del memoir, e che lo ha reso autentico nella mia percezione, è stata la narrazione di questa sofferenza nell'essere rifiutata dalla famiglia: l'educazione l'ha liberata ma ha provocato anche dolore. Sarebbe stato enormemente più facile rimanere là sulla montagna: seppellire le violenze sotto tonnellate di negazione e rimozione, fare la brava donna che accetta l'autorità maschile senza discutere, sfornare bambini confidando solo nell'aiuto di Dio e di qualche rimedio omeopatico. Avrebbe continuato ad avere l'affetto e l'approvazione della propria famiglia ed a vivere secondo ciò che le era stato inculcato. Invece no. Tara ha avuto la forza di seguire un'altra strada, di aprirsi al mondo esterno ed alla conoscenza, ha avuto l'incredibile energia che ci vuole per attuare una metamorfosi, una trasformazione. E dopo non era più la stessa ed ha dovuto rimanere fedele a questa nuova Tara, diversa, evoluta, cambiata, grazie all'educazione.

«Potete chiamare questa presa di coscienza in molti modi.
Chiamatela trasformazione. Metamorfosi. Slealtà. Tradimento.
Io la chiamo un'educazione.»

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Commenti

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Che vita e che coraggio. Bella proposta, Chiara.
In risposta ad un precedente commento
Chiara77
24 Marzo, 2019
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Una lettura che merita, Laura. Soprattutto per il tema affrontato.
Una testimonianza importante un libro che tutti dovrebbero leggere
3 risultati - visualizzati 1 - 3

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