Dettagli Recensione
Una battaglia senza fine, quella per la pace!
Adoro le storie vere, in particolare se riguardano le donne.
Qua c'è una ragazzina di quindici anni, una pakistana di cui nel 2012 parlò tutto il pianeta, i mass-media, le associazioni umanitarie e persino Barack Obama e altri capi di Stato, una con tanta voglia di imparare e di conoscere la storia, la geografia, la letteratura, insomma, voglia di migliorarsi ed aspirare a un qualcosa in più rispetto al destino di tutte le sue coetanee cioè, andare in sposa a un uomo senza neanche scegliere e passare la vita ad accudire marito e figli.
Ecco, secondo i talebani che le spararono sul pulmino mentre tornava a casa dopo la scuola, quel suo desiderio di conoscenza era una vergogna spropositata, una colpevolezza sicuramente da punire e un segno di monito perché a lei, in quanto femmina, il sapere era precluso a priori. E Malala era caparbia nel portare avanti quel sogno del diritto universale all'istruzione e mentre leggeva libri come 'Anna Karenina' e romanzi di Jane Austen, scriveva pure su un blog in urdu per la BBC raccontando al mondo come era faticosa la vita della donna sotto i talebani, tra l'altro assai convinta di vivere in una valle di sole molto più libera rispetto a certi luoghi del vicino Afghanistan da dove ogni giorno provenivano notizie di attentati e fatti di violenza.
Malala Yousafzai racconta la sua storia in quest'autobiografia che si legge tutta d'un fiato. Una vicenda talmente assurda che pare impossibile, per di più ai giorni nostri.
"Quell'anno una ragazza della mia classe non si ripresentò a scuola. L'avevano data in moglie non appena aveva raggiunto la pubertà. Era alta per la sua età ma aveva solo tredici anni. Qualche tempo dopo sentimmo dire che aveva avuto due bambini. In classe, mentre recitavamo le formule degli idrocarburi nell'ora di chimica, fantasticavo su come sarebbe stato smettere di andare a scuola e dedicarmi invece a un marito."
E' un libro consigliatissimo sia per i ragazzi che per tutti quanti, secondo me. Oltre a mostrare lo spaccato di un territorio e di un credo religioso, oltre a sensibilizzare verso queste realtà così differenti dallo standard femminile europeo e civilizzato, è pure la celebrazione della forza femminile e del coraggio che tante volte occorre, in particolare alla donna – ma non è detto, visto che anche l'uomo prima o poi serve... - per uscire fuori da situazioni dolorose e inverosimilmente proibitive.
Malala dopo l'attentato cadde in coma e dopo giorni di vicissitudini sanitarie nel suo paese, alla fine fu portata a Londra e là operata per rimuovere chirurgicamente i proiettili dalla faccia e dalla nuca.
Qualche anno dopo è stata insignita del Premio Nobel per la Pace ed è così divenuta il simbolo universale della lotta contro la sopraffazione dei giovani e del diritto all'istruzione.