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Amazon è il diavolo
Devo essere sincero: questo è uno di quei casi in cui la copertina ha influito parecchio sulla mia scelta d'acquisto. Attirato dalla prima occhiata, mi sono detto che sarebbe stato interessante scoprire qualcosa della vita di un libraio. Shaun Bythell è il proprietario del Book Shop di Wigtown, in Scozia, e questo suo libro non è altro che un resoconto giornaliero (una specie di diario) sulle giornate passate nella sua libreria. Il suo è uno stile scorrevole, divertente, perfettamente adatto a quello che è il contenuto del libro. Ovviamente non ci si può aspettare nulla di troppo impegnativo o profondo: Bythell non fa altro che raccontarci quella che è la sua vita giorno dopo giorno; come porta avanti la sua libreria cercando di sopravvivere alla concorrenza spietata di quello spauracchio che è Amazon: una chimera che, nella mente dei piccoli commercianti, divorerà tutto quel che incontra nel suo cammino. Chissà se questa profezia si reputerà veritiera; sta di fatto che l'odio di Bythell per Amazon è già bello che formato, tanto da spingerlo a sparare a un Kindle e appenderlo a una parete a mo' di trofeo.
Da quel che intuirete, l'autore è un personaggio particolare, una persona schietta che non ha problemi a rispondere per le rime a chiunque, al costo di perdere qualche cliente. È interessante scoprire le diverse personalità che attraverseranno la soglia del suo negozio, sia che si tratti di clienti, collaboratori, scrittori e altre personalità attirate in città in gran numero durante il grande festival del Libro che ha luogo a Wigtown in settembre. È bello leggere i ritratti dei diversi tipi di clienti: quelli che entrano per scoprire il titolo di un libro e poi vanno a ordinarlo su Amazon; quelli che gridano il loro presunto amore per i libri e se ne andranno puntualmente a mani vuote; quelli che scrivono a matita il prezzo e tentano di fregarti; quelli che si indignano perché una prima edizione autografata non costa una sterlina e se ne vanno furibondi... e chi più ne ha, più ne metta.
Tuttavia, credo che alla lunga i racconti inizino a diventare un po' troppo ripetitivi e che quasi quattrocento pagine di resoconti giornalieri di un libraio inizino a stancare, considerando che spesso la routine è la stessa. Mi spiego meglio: c'è il Random Book Club, un circolo di iscritti al quale ogni mese Bythell spedisce un libro a caso, e ogni volta noi lo sapremo; periodicamente si fa vivo qualcuno che chiama il libraio per disfarsi della propria libreria o di quella di un parente deceduto, quindi Bythell si reca sul posto per capire se vale la pena acquistare i libri; periodicamente si fa vivo un cliente fisso che ordina un libro di cui ha letto la recensione su un giornale; periodicamente ci sono problemi col programma per la gestione degli ordini online... eccetera eccetera. Insomma, a un certo punto diventa tutto troppo ripetitivo e se non fosse per gli aneddoti spassosi che si alternano di tanto in tanto, con clienti a dir poco fuori di testa che Bythell affronta provando a non sbottare, questo diario sarebbe più noioso di quello di un prigioniero in cella d'isolamento.
Insomma, questo libro è consigliato soprattutto a chi ama molto i libri, che è interessato alle vicissitudini della vita di un venditore di libri usati. Ci sono diversi aneddoti divertenti che vi lasceranno spiazzati, perché alcuni clienti sono strani al punto da risultare inverosimili, ma chi ha lavorato a contatto con le persone (dunque non solo i librai) non faticherà a credere che siano veri.
Insomma, carino, ma con varie pagine in meno sarebbe stato più efficace.
"[...] un tempo ero diverso, e prima di comprare la libreria, ricordo di essere stato un tipo abbastanza disponibile e amichevole. Se oggi sono quel che sono, è colpa del quotidiano bombardamento di domande idiote, dell'incertezza finanziaria, delle eterne discussioni con il personale, dell'infinito, sfiancante mercanteggiare con i clienti. Eppure, se qualcuno mi chiedesse cosa vorrei cambiare, la risposta sarebbe: niente."
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Commenti
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Vale.
io ho un profondo amore per i libri, ma non l'ho trovato così illuminante. Si tratta di gusti, magari tu lo hai trovato più affine ai tuoi, io l'ho trovato una lettura piacevole ma nulla più. Troppo ripetitivo, a un certo punto.
Comunque, degustibus!
Vale.
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