Dettagli Recensione
Il mestiere del Murakami
Prima di recensire questa specie di "saggio autobiografico", faccio una premessa: non ho letto nulla di Haruki Murakami. Da quel che mi è parso di capire in questa lettura, mi sembra uno scrittore abbastanza sicuro dei propri mezzi, padrone di una consapevolezza che deriva dall'essersi fatto da solo con l'aiuto di un bel po' di fortuna. Mentre leggevo ho pensato più di una volta: "che fortuna, questo Murakami!" (anche se a fortuna andrebbe sostituito un altro termine più colorito).
Lo stile che usa è abbastanza diretto, schietto, e in undici parti l'autore ci elenca qualche sua nota autobiografica in prosa e qualche consiglio sparso qua e là, dedicato agli aspiranti romanzieri.
Sarà che di lui non ho letto nulla, ma non posso dire che questo saggio mi sia rimasto impresso più di tanto, né che mi abbia suscitato importanti riflessioni o spalancato porte mentali prima sprangate: è la semplice testimonianza di uno scrittore contemporaneo di successo, che ci espone le sue opinioni su vari aspetti della vita e del mestiere dello scrittore, in maniera del tutto personale. Difatti, non gli mancherà occasione per ribadire che gran parte delle sue teorie nascondo dalle sue esperienze di vita vissuta. Tanto di cappello, comunque, per un uomo che è riuscito a realizzare appieno l'obiettivo che si è posto.
Che le opinioni esposte da Murakami in questo saggio siano personali non è certo un aspetto negativo; è ovvio che non esista una verità assoluta riguardo all'approccio che un aspirante scrittore deve avere nei confronti del mestiere dei suoi sogni, ma da un autore di discreto successo mi aspettavo qualche punto in più in comune con i grandi autori del passato, che tra loro si trovavano comunque d'accordo su alcuni aspetti essenziali.
Scopriremo quel è l'opinione di Murakami riguardo ai premi letterari; scopriremo cosa pensa riguardo alla creazione dei personaggi che popolano un romanzo e che ne rappresentano l'anima; riguardo alle varie stesure dei romanzi e alle meticolose revisioni (uno dei rari punti in comune con altri scrittori, nello specifico Raymond Carver). Tutto questo, contornato dal racconto della sua ascesa verso il successo: da quando ha avuto l'improvvisa aspirazione di scrivere un romanzo mentre era ad uno stadio di baseball, fino al suo approdo in terra straniera, allontanandosi da un Giappone con cui ha uno strano rapporto; più negativo che positivo.
Interessante, ma credo ci siano testi più validi a riguardo.
"Per quanto giusti siano gli slogan, per quanto belli i messaggi, in mancanza della forza spirituale e morale necessaria a sostenere la giustizia e la bellezza, tutto si riduce a una sequela di parole vuote."
Indicazioni utili
Zen nell'arte della scrittura di Ray Bradbury
On Writing di Stephen King
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