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Il mestiere dello scrittore
 
Il mestiere dello scrittore 2017-02-16 19:45:58 annamariabalzano43
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annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    16 Febbraio, 2017
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Un manuale in forma autobiografica

Per affrontare la lettura dell’ultimo libro di Murakami Haruki, “Il mestiere dello scrittore”, bisogna aver ben chiaro cosa si intenda per “autobiografia” al fine di stabilire se quest’opera possa a pieno titolo essere considerata autobiografica.
A questo proposito è opportuno fare riferimento al testo di Philippe Lejeune “Le pacte autobiographique”. Qui, infatti, vengono elencati gli elementi essenziali che costituiscono l’opera autobiografica. Fondamentale tra questi è la coincidenza tra narratore personaggio e autore, che propone un racconto retrospettivo di fatti che riguardano la sua vita e ne delineano la personalità.
Nel "Mestiere dello scrittore" Murakami, in realtà, osserva questa regola, pur non abbandonandosi a dettagli sulla sua vita privata, egli, anzi, ne parla solo di tanto in tanto, di sfuggita, per concentrarsi invece sulle circostanze che hanno determinato la nascita dello scrittore di fama, e sulle aspirazioni giovanili, sulla tenacia con cui l’obiettivo è stato raggiunto. Nessuno spazio per il “gossip”, dunque, in quest'opera, che si propone piuttosto come un sorta di manuale che contiene una personale visione di come si possa eventualmente diventare scrittore e in qualche caso raggiungere il successo. L’interesse di questo libro, al di là della curiosità legittima che può suscitare nel lettore ammiratore di Murakami, consiste nel quadro sociale e culturale che l’autore delinea come retroterra della sua formazione di artista.
Egli dunque inizia con il definire le qualità proprie di uno scrittore e si sofferma su cosa significhi essere romanziere, sull’importanza del linguaggio e su come migliorare lo stile per far sì che l’opera diventi un “classico”, perché solo i classici sono destinati a durare nel tempo, grazie alla loro originalità. L’originalità è infatti elemento essenziale, come l’immaginazione che, come disse Joyce, equivale alla memoria. Secondo Murakami è fondamentale per uno scrittore attingere alla memoria: “[….] non ha importanza se pensate di non aver abbastanza materiale per scrivere un romanzo, non rinunciate. Basta che spostiate di poco il vostro punto di vista, che vi ispiriate diversamente e capirete che il materiale è lì, tutto intorno a voi.”
Non mancano esortazioni a curare il fisico oltre che lo spirito, per raggiungere l’equilibrio ideale per scrivere. Molto interessanti sono le pagine dedicate alla scuola, dalle quali si evince che in Giappone i limiti dell’istituzione scolastica sono simili a quelli più volte rilevati in molti paesi europei.
È ovvio che ogni considerazione sull’arte sia in stretta relazione al mercato al quale essa si rivolge e Murakami analizza le ragioni del suo successo, non trascurando gli eventi storici e sociali verificatisi nei paesi in cui la sua popolarità si è affermata con maggiore vigore.
“Il mestiere di scrittore” può definirsi dunque un manuale autobiografico che non si limita al tema specifico inerente la scrittura, ma si estende ad aspetti interessanti per un più vasto pubblico di lettori.

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Commenti

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Una bella recensione esaustiva, Anna Maria!
Avevo già notato questo libro, ma pensavo fosse una robetta così, senza importanza. Ora, la tua opinione e relativa valutazione mi inducono a riconsiderarlo come lettura possibile.
Un'autobiografia molto particolare, più interessante delle solite cronache di vita vissuta. Contiene soprattutto considerazioni che riguardano il mondo letterario ma non solo. Un caro saluto, Emilio.
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