Dettagli Recensione
Eta' felice e spensierata con proiezione sull" ogg
C'e' un immagine, forte, chiara, evocativa, che riassume i contenuti e chiarisce il senso del tempo trascorso ed il nuovo corso che stava per sorgere.
È' la fine dell' infanzia, l'' imbocco di un' altra strada che coincide con la partenza da quell' isola norvegese dove Karl Ove ha vissuto per tredici anni, immerso in una natura incontaminata, selvaggia, in rapporti famigliari contrastanti, amicizie, primi amori, iniziali passioni letterarie e musicali, l' incoscienza della pubertà', gioie e dolori, in cui istinto e scoperta giovanile hanno prevalso su raziocinio e saggezza della futura maturità'.
Quel fotogramma ci mostra il protagonista mentre si allontanava dal passato con un certo sollievo, ritenendosi all' epilogo di un periodo della propria esistenza, e le case ed i luoghi ormai alle spalle sarebbero scomparsi per sempre.
Eppure, in quel momento, Karl Ove non intuiva quanto quei paesaggi dell' infanzia sarebbero divenuti paesaggi dell' animo, gli appartenessero, e le persone ed i dettagli che stava per lasciare sarebbero rimasti impressi per sempre nella propria memoria.
Il tema di questo terzo volume dell' enciclopedica " la mia battaglia ", la pubertà', scorre nella quotidianità' famigliare del protagonista, impersonando e cercando di affidare ad una memoria quanto mai analitica oggetti, paesaggi, storia di una nazione, relazioni, semplici accadimenti e figure di riferimento di quegli anni '70.
È' una ricostruzione vista con gli occhi di bambino ( quello che era allora ) ma anche di adulto ( quello che oggi è ' ) quella che trasferisce nel presente un passato ormai lontano, riappropriandosi delle emozioni e delle sensazioni di quei giorni.
È' un periodo sepolto, ma che l' autore sa bene quanto abbia formato ed indirizzato indelebilmente il proprio futuro destino.
Lo scorrere delle pagine ci permette di approfondire e chiarire i temi trattati nei due capitoli precedenti, il complicato e conflittuale rapporto con il padre, figura ipercritica, severa e totalizzante, la confidenza e l' amore per la madre, dolce ed amorevole, l' attaccamento al fratello, i legami inter-personali ed i tratti caratteriali del protagonista, cosi' come le passioni della sua vita, scrittura e musica in primis, ma anche sport e cucina.
Ci addentriamo in un microcosmo di relazioni intra-famigliari e personali, d' improvviso mutate, senza i risultati e le aspettative allora agognate, una esistenza che la memoria ha conservato ed in parte modificato negli anni.
Ma la memoria, come sottolineato dall' autore, " non è' affatto una misura affidabile e responsabile di una vita, in quanto non mette al primo posto la verità', ma fa di tutto per soddisfare il suo padrone ed il suo tornaconto od interesse personale...". La soggettivita' e le innumerevoli variabili ad essa connesse determinano l' inclinazione del ricordo.
Karl Ove rammenta molto poco dei suoi primi sei anni di vita e sottolinea l' esistenza di altri tipi di ricordi che si legano alla pubertà'; quelli che riemergono da sensazioni improvvise, riportati in vita da un odore, un sapore, un suono preciso, quasi sempre felici, i ricordi connessi al corpo, quelli nati dai sentimenti o legati al paesaggio, perché "...il paesaggio legato all' infanzia è' unico ed irripetibile...".
E' un affresco intriso di sensibilità' intellettiva, profonda osservazione di un mondo circostante benevolo ed ostile, amorevole ed indisponente, ma con caratteristiche peculiari e formative indispensabili a capire l' uomo e lo scrittore di oggi.
Certo, si potrebbe leggere anche come capitolo a se', unico, pur conservando le caratteristiche narrative comuni ai volumi già' pubblicati, quel radiografare e descrivere in modo maniacale ogni singolo evento, iper-realisticamente, dettagliatamente, per arrivare al nucleo dell' esistenza e ricostruire una storia ( la propria ) e tutti gli elementi che l' hanno determinata e la rappresentano.
Un po' come un puzzle, le varie parti del racconto cominciano ad incastrarsi e forse riusciremo , al di la' dell' aspetto propriamente poetico e narrativo, a dare un senso compiuto a questa autobiografia per ora ancora un poco nebulosa ed incompleta che scorre nel fiume della vita del proprio autore-protagonista.
Ma, paradossalmente, neanche questo è' così' vitale, alla fine non conta l' ordine, ne' la cronologia, ne' lo sviluppo della storia, ma le sensazioni, le emozioni, la valenza letteraria, quanto quella vita vissuta, sofferta, scandagliata, amata, odiata, riproposta, abbia aperto un varco ed una comunicazione vivida e forte con il lettore e si sia ritagliata uno spazio letterario.
Solo allora questo enciclopedico sforzo avrà raggiunto la sua compiutezza, al momento non ho una risposta definitiva, perlomeno non così' forte, i dubbi rimangono, non sempre le sensazioni sono benevole, positive, coinvolgenti.
Permane un certo compiacimento autocelebrativo, un senso di costruzione letteraria studiata a tavolino, ( anche se il flusso narrativo indicherebbe il contrario ) un eccesso di estetica contemplativa non sempre sorretta da una chiarezza dei contenuti.
In me si va rafforzando un' idea pregressa, anche se apprezzo tratti di sensibilita' narrativa e tocchi d' autore.
Non mi resta che attendere sviluppi e chiarificazioni dai capitoli a venire.