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Waris, una nomade in Occidente
Waris Dirie racconta la sua storia, dalla nascita in una famiglia nomade somala, alla sua carriera di modella, fino a diventare ambasciatrice per l’Onu.
Waris si racconta con l’aiuto di Cathleen Miller; parte dalla sua giovinezza vissuta nel deserto, con i ritmi e la vita e la cultura del suo popolo finché non decide di lasciare quel mondo. Il padre, a solo tredici anni, la voleva dare in sposa a un uomo di sessanta; da li inizia la sua fuga e il suo lungo viaggio pieno di difficoltà e di svolte. Davvero difficile pensare che una sola persona possa aver dovuto subire tutto quello che è toccato alla protagonista.
“Fiore del deserto”, oltre ad essere una biografia è anche un messaggio con destinatario il mondo intero e in particolare quei paesi che praticano ancora la mutilazione genitale, come l’infibulazione, che la nostra protagonista ha subito all’età di cinque anni. Il suo messaggio ha avuto una risonanza internazionale al punto da diventare ambasciatrice.
Dopo tutto questo, voi vi chiedere come mai un voto così basso allo stile, la risposta è semplice, non so se per volere di Waris o della Miller, ma questa biografia resta sempre in superficie. Un concatenarsi di eventi, uno dietro l’altro, scritto come un tema delle medie in cui si punta più agli argomenti che alla sostanza.
Questa è una storia importante che aveva bisogno dei suoi ritmi e dei suoi tempi e dell’intensità giusta. Sono una persona sensibile, ma pur capendo l’importanza delle parole scritte, molte “mie corde” non sono state toccate. Con uno stile simile ho letto “Io sono Malala”, in cui la giovane protagonista è stata aiutata nella scrittura, in entrambi il messaggio è importante, ma se li comprendevo la semplicità di linguaggio, visto la giovane età della protagonista, qui invece parliamo di una donna adulta che poteva dare molto di più. Nel libro si parla molto spesso di persone che hanno sentito la sua storia a voce e ne sono rimaste sconvolte nel profondo, forse con lo scritto doveva dare qualcosa in più.
In alcune parti la fanno passare per una ragazza capricciosa e superficiale, cose che vedo molto difficile visto il bagaglio di esperienza che si porta dietro.
Un libro che comunque consiglio e, anche se gli argomenti sono forti, la lettura è per chiunque, perché leggere uno stile così elementare, non sconvolge. Avrei preferito più emozioni e sensazioni, non ho condivido il dolore della protagonista, l’ho solo letto fra le righe, peccato, affrontato in maniera diversa, avrebbe sicuramente aumentato la sensibilità verso l’argomento, un argomento che veramente merita tutto il rispetto visto che queste pratiche sono ancora attive in molti paesi.
Buona lettura!
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